venerdì 18 ottobre 2019

Martin Eden

A Carax occorsero ben dieci tentativi di scrittura prima d’espugnare il Pierre di Melville; tanto che la X dopo l’acronimo Pola sta ad indicare proprio il numero romano. Per sceneggiare il non meno articolato romanzo di London sarebbe forse occorsa a Pietro Marcello qualche versione in più (o il trovare presto quella inattaccabile).
Il romanzo è fondamentale (attuale? certo! come tutte le cose grandi) e bisogna tornare a leggerlo se ancora non lo si è fatto perché le pagine più ispirate - credetemi - restano dentro per sempre, come fanno i migliori racconti altrettanto californiani di Sinclair.
Nonostante qualche inciampo nella gestione di un materiale politico molto sfaccettato, il Martin Eden di Marcello mi ha complessivamente conquistato, soprattutto nella sua prima metà quando indovina i registri per sposare narrazione e contesto italiano meridionale. Gli inserti d’archivio amplificano ovunque il racconto, come fa il finale aggiornato fra fascisti e africani.
Ingrediente fondamentale è Marinelli, bravissimo quanto bello per immedesimarsi nella giovinezza fiera e tormentata del marinaio manovale e letterato.
La colonna sonora è la selezione migliore che abbia ascoltato da tempo. Include e serve con uguale perizia Martucci e le canzoni; una è raffinata versione strumentale di Lu cardillo.
Comunque ho già in testa il Giulio Cesare di domani alla Scala...


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