giovedì 18 luglio 2019

Riguardando "Crash"

«Secondo me lo fai troppo pulito.»
«I veri tatuaggi devono sempre essere puliti.»
«Questo non è un tatuaggio normale. Questo è un tatuaggio profetico, e le profezie sono lacere e sporche. Quindi fallo lacero e sporco.»
«Profetico? È una profezia personale o universale?»
«Non c'è nessuna differenza.»

Crash (Cronenberg, 1996)



Se non si era in sala quando uscì non si può avere idea di quale fu l’accoglienza: un misto di risate imbarazzate e di disgusto tali da rendere incomprensibile parte dei dialoghi. Il tempo per comprendere appieno questo film stupendo, fondamentale, è il nostro. Oggi, adesso. All’epoca, anche a quella del romanzo di Ballard, sarebbe stato impossibile capirlo e apprezzarlo sino in fondo. Il film di Cronenberg è nostro contemporaneo perché alla tecnologia conferiamo oggi un’oggettività estremamente avanzata rispetto a quella delle automobili che quindi adesso, nel film, riusciamo a leggere bene pure nella loro accezione metaforica.


mercoledì 10 luglio 2019

Wagner d'estate

Ordine d’ascolto personalmente preferito quando ci sono l’estate e il gran caldo che, come si sa, per antinomia climatica propiziano l’addensarsi di nebbie nibelungiche:

Die Götterdämmerung
Die Walküre
Siegfried
Das Rheingold


Poi si ricomincia ma nell’ordine giusto, però alternando gli ascolti con Die Meistersinger von Nürnberg e Tristan und Isolde. Parsifal sempre a maggior distanza temporale rispetto agli altri titoli.


lunedì 8 luglio 2019

The Dead Don't Die

Sulla lapide della tomba dalla quale è saltato fuori lo zombie di Iggy Pop c’è scritto il nome di Samuel Fuller: Sam, il grandissimo Sam, il cineasta per palati sopraffini. Perché va bene sì Romero, ma Jarmusch parla a molti per rivolgersi davvero solo ai più attenti. È anche per questo motivo che il suo nuovo e divertente film meriterebbe almeno una seconda visione, denso com’è - più che di omaggi e di rimandi da inventariare - di veri e propri clin d’œil fatti in amicizia; gli stessi che una persona considerata vicina nel gusto ti indirizzerebbe sapendo che tu già sai, dal momento che ami oppure ameresti le stesse sue visioni, musiche e letture.
Aristocratico nel gusto Jarmusch lo è sempre ma non sbarra mai la porta. Se sopravviveva al nostro presente insieme ai vampiri Adam e Eve, ora sta tutto dalla parte dell’eremita Bob perché la catastrofe totale è già in atto nella realtà infestata da zombie del conformismo e della religione del consumo. Quella è la peste nera che ha reso impossibile fare la cosa più importante: apprezzare il mondo così com’è godendosi i dettagli.