lunedì 23 maggio 2016

Al di là delle montagne





Essere nel presente immaginando il futuro nella relazione col passato, specie con quello prossimo, è certo la qualità più esaltante del nuovo film di Jia Zhangke; un lavoro profondamente immerso nel dibattito di oggi, che ruota attorno alle identità e al loro smarrimento nell'orizzonte mondializzato.  
Il vuoto prodotto dall'esodo; la tradizione intesa come identità, e quindi come umanità interrotta. Non c'è forse luogo più adatto per provocare queste dimensioni se non la Cina, e una delle sue tante - future o presenti - estensioni.  
Colpisce in Al di là delle montagne una frase pronunciata dall'insegnante di Dollar: «Il tempo non cancella tutto. Questo mi ha insegnato il tempo». È un richiamo alla dimensione del limite, in questo caso di quello temporale (lo spazio di un'esistenza, col proprio vissuto di ricordi, traumi), laddove le barriere territoriali parrebbero non rappresentare più un ostacolo. E poi la libertà, il cui concetto è sempre relativo, come - con un paradosso - ci ricorda Zhang: la libertà, intesa come facoltà di acquistare armi in Australia anche se non si ha nessuno a cui sparare, confrontata con la difficoltà di reperire una pistola in Cina, laddove il personaggio ha lasciato i propri nemici. Ma sono anche altre le suggestioni che provengono dal film, a cominciare da quelle declinate dal tema della madre (che, nell'ultima parte, si colora con più di una sfumatura incestuosa), a quelle che ruotano attorno al tema dell'emigrazione e del capitale; quest'ultimo sviluppato a partire dalla sua radice più profonda, e cioè da una prevaricazione sul sentimento.
Raccontare una mutazione e spingersi ad immaginare un futuro estremamente prossimo (2025) che ha tanto in comune col presente: paiono questi, al di là della contaminazione fra fiction e documentario, tra tecnica digitale ed immagine 'sporca', i punti di forza del nuovo film di Jia Zhangke. 
Dopo la visione si trattiene con sé lo sguardo smarrito di Tao, la fragilità di un'umanità assorbita nelle metamorfosi capitaliste, sottomessa a volontà che pare trascenderla. È anche uno smarrimento delle emozioni: soltanto la presa di coscienza e lo sguardo critico del regista possono provocare nello spettatore una volontà di riscatto.

venerdì 13 maggio 2016

Interludio iraniano


Ogni segreto che alberga nel cuore del Saggio 
più ascoso e più fondo rimanga che la mai vista Fenice. 
Per esser fonda e nascosta nel cuor di conchiglia 
diventa perla la goccia, mistero del cuore del mare. 

Omar Khayyam 
(traduzione di Alessandro Bausani) 



Quando in Iran non si viaggia col naso in su e la bocca aperta per lo stupore è perché lo sguardo è impegnato ad abbracciare i cortili di palazzi, moschee, e gli orizzonti di deserti e montagne. 
Il popolo iraniano, fiero e curioso al tempo stesso, coltiva un gusto squisito per il piacere e la bellezza, per la cortesia e l'educazione; impegnato com'è a guadagnarsi faticosamente gli spazi della propria libertà, non trova modo per ribattere alla propaganda estera che lo vorrebbe assimilabile ad accolite di fanatici. 
Fotografie scattate a: Tehran, Qom, Kashan, Abyaneh, Natanz, Esfahan, Na'in, Meybod, Yazd, Zein-o-Din, Saryazd, Kerman, Bam, Rayen, Mahan, Kalout-Shahdad, Meymand, Shiraz, Persepoli, Naqsh-e Rostam, Pasargade. Un viaggio lungo 4350 km.
 
 



Per le strade del centro (Tehran)
 

 Ali Khamenei ed un martire (Tehran)



Presso la Torre Azadi (1971), Tehran

Il trono sorretto da figure umane, costruito utilizzando sessantacinque blocchi di alabastro giallo provenienti dalle miniere di Yazd all'inizio del 1800 per Fath Ali (Iwan-e Takht-e Marmar, salone delle udienze nel Palazzo Golestan), Tehran


La Sala degli Specchi (Talar-e Alyaheh) costruita fra 1874 e 1877 (Palazzo Golestan, Tehran)


L'omaggio a Dario I (da Persepoli), Museo Nazionale dell'Iran, Tehran



Per le strade del centro (Tehran)


Nel Santuario di Qom (Harzat-e Masumeh; IX-XIX sec.)



Ayatollah, esponente più alto nella gerarchia religiosa sciita, indossa il turbante nero ('imama') presso il santuario di Qom (Harzat-e Masumeh; IX-XIX sec.)



Santuario di Qom (Harzat-e Masumeh; IX-XIX sec.)



Dipinto in una delle logge del padiglione ricreativo nel Bagh-e Fin (1590), a Kashan. È il più antico giardino esistente in Iran [Unesco]



Volta del padiglione ricreativo nel Bagh-e Fin (1590), a Kashan [Unesco]



Particolare della volta nel padiglione ricreativo del Bagh-e Fin (1590), a Kashan [Unesco] 



A Kashan, nella Khan-e Tabatabaei (casa di Tabatabaei), 1880. I batacchi, quello di destra riservato agli uomini e quello di sinistra alle donne, producono rumori diversi.



A Kashan, nella Khan-e Tabatabaei (casa di Tabatabei), 1880. Vetro e stucco nel 'biruni' (zona esterna adibita allo svago)

Vetrate istoriate nella Khan-e Tabatabei (casa di Tabatabei), 1880 (Kashan)



Nell'hammam del sultano Amir Ahmad (XVI sec.), Kashan



Nell'hammam del sultano Amir Ahmad (XVI sec.), Kashan



Sul tetto dell'hammam del sultano Amir Ahmad (XVI sec.), Kashan



Nella Khan-e Ameriha (XVIII sec.), Kashan
Nel bazar di Kashan, un sacco di borragine



Nel bazar di Kashan



Nel bazar di Kashan



Presso il negozio di un antiquario che affaccia sul Khan Amin al-Dowleh Timche (1868), caravanserraglio nel bazar di Kashan 
 
Khan Amin al-Dowleh Timche (1868), caravanserraglio nel bazar di Kashan



Casa tradizionale (Dost) a Kashan



Cesto di pane (‘sangak') servito nella casa tradizionale Noghli, a Kashan
Lontani discendenti di Gengis Khan attendono il turno di lavoro presso una casa tradizionale a Kashan



Masjed-e Agha Bozorg (XVIII sec.), a Kashan



Masjed-e Agha Bozorg (XVIII sec.), a Kashan



'Mihrab' della Masjed-e Agha Bozorg (XVIII sec.), a Kashan



Sulla strada verso Abyaneh, nei monti Zardkouh, l'immagine di uno dei tanti combattenti nella guerra Iraq-Iran, sempre all'ingresso di villaggi e città.



Abyaneh (alt. 2235 m)



Carro da processione per il giorno di 'Ashura' (Abyaneh)



Per i vicoli di Abyaneh



Intonaco di fango rosso e paglia (Abyaneh)



La cupola conica della trecentesca Imamzadeh-ye Yahya (XIV sec.), Abyaneh



Per i vicoli di Abyaneh



Per i vicoli di Abyaneh



Per i vicoli di Abyaneh



Un ovile interrato sui monti Zardkouh



Sulla facciata della Masjed-e Jameh (Moschea del Jameh), inizi del XIV sec. (epoca ikhanide) nella cittadina di Natanz, alle pendici del monte Karkas (3899 m) 
 
'Muqarna' all'ingresso della Masjed-e Jameh (Moschea del Jameh), inizi del XIV sec. (epoca ikhanide) nella cittadina di Natanz, alle pendici del monte Karkas (3899 m)



Nell'Imamzadeh-ye Abd al-Samad, mausoleo (inizi XIV sec.) che custodisce le spoglie di un sufi dell'XI sec. (Natanz)



Soffitto dell'Imamzadeh-ye Abd al-Samad, a Natanz (inizi XIV sec.). 'Muqarna' ornano il soffitto.



Motivi calligrafici di tipo 'sols' (linee curve e oblique; ogni lettera inclinata di un terzo) ornano l'Imamzadeh-ye Abd al-Samad (inizi XIV sec.), a Natanz



Bottega di ceramica tradizionale (Abbas Ebadi, Natanz)

Sulla Naqsh-e Jahan, guardando la Masjed-e Shah (1611), Esfahan [Unesco]

Ad Esfahan, dalla piazza (Naqsh-e Jahan) guardando la Masjed-e Shah (1611) [Unesco]

Giocare sulla Naqsh-e Jahan, guardando la cupola della Masjed-e Sheikh Lotfollah (1602-1619), Esfahan [Unesco]

Sulla Naqsh-e Jahan, guardando facciata e cupola della Masjed-e Sheikh Lotfollah (1602-1619), Esfahan [Unesco]
Ampia visuale sulla Naqsh-e Jahan di Esfahan [Unesco]




Interno della Masjed-e Jameh, Moschea del Venerdì (XI-XV sec.) ad Esfahan. Epoca selgiuchide, cupola Taj-al Mulk nell'iwan settentrionale, costruita nel 1088-9. [Unesco]

Interno della Masjed-e Jameh (XI-XV sec.) ad Esfahan. Cupola Taj-al Mulk nell'iwan settentrionale, costruita nel 1088-9. [Unesco]


Interno della Masjed-e Jameh (XI-XV sec.) ad Esfahan. Sale ipostile comprendenti una serie di cupole costruite verso il XII secolo (in persiano, 'rasii': cupole che si ripetono con diversa collocazione dei mattoni). I piloni differiscono tra di loro in forma e grandezza, con volte aperte e chiuse di varie forme e disposizioni. Diversa la disposizione dei motivi geometrici dei laterizi, alcuni esagonali, alcuni ottagonali e decagonali. [Unesco]



Interno della Masjed-e Jameh (XI-XV sec.) ad Esfahan. L'imponente cupola di Nizam-al Mulk nell'iwan meridionale, costruita nel 1086. Basamento quadrato con archi ciechi di supporto. L'architetto fu Abul Fath ed è alta 30 metri [Unesco]


Interno della Masjed-e Jameh (XI-XV sec.) ad Esfahan. L'imponente cupola di Nizam-al Mulk nell'iwan meridionale, costruita nel 1086. Basamento quadrato con archi ciechi di supporto. L'architetto fu Abul Fath ed è alta 30 metri. [Unesco]



Interno della Masjed-e Jameh (XI-XV sec.) ad Esfahan. Sale ipostile comprendenti una serie di cupole costruite verso il XII secolo (in persiano, 'rasii': cupole che si ripetono con diversa collocazione dei mattoni). I piloni differiscono tra di loro in forma e grandezza, con volte aperte e chiuse di varie forme e disposizioni. Diversa la disposizione dei motivi geometrici dei laterizi, alcuni esagonali, alcuni ottagonali e decagonali. [Unesco]



Modanature a forma di stalattite ('muqarna') nell'iwan meridionale della Masjed-e Jameh (XV sec., ad Esfahan). [Unesco]



Iwan del lato meridionale (Masjed-e Jameh, XV sec., ad Esfahan). [Unesco]


Particolare della 'mihrab' di Oljeitu (1310, periodo ikhanide) nella parte nord-occidentale della Masjed-e Jameh, lungo il muro esterno dell'iwan occidentale. Composizione in stucco costituita da iscrizioni che si fondono con intagli floreali e geometrici. [Unesco]



Guardando il cortile della Masjed-e Jameh (Esfahan). In primo piano, due 'mohr' (sigilli), usati per la preghiera sciita [Unesco]
Sale invernali di preghiera nella
Masjed-e Jameh, XV sec., ad Esfahan [Unesco]



Un minareto dell'iwan meridionale (Masjed-e Jameh, XV sec., ad Esfahan). [Unesco]

Alla Giustizia e alla sua bilancia fu, nei secoli, vietato di perseguire i colpevoli nella
Masjed-e Jameh. Uscita dalla parte dell'iwan meridionale (XV sec., Esfahan) [Unesco]



Rovine del Ateshkadeh-ye Esfahan (Tempio del fuoco zoroastriano) ad Esfahan. Epoca sasanide (224-651 d.C.)



Interno della Chiesa di San Giuseppe di Arimatea (Kelisa-ye Vank) nel quartiere armeno di Esfahan (Jolfa). Costruita fra 1655 e 1664 col sostegno della dinastia safavide



Nel cortile della Chiesa di San Giuseppe di Arimatea (Kelisa-ye Vank) nel quartiere armeno di Esfahan (Jolfa). Costruita fra 1655 e 1664 col sostegno della dinastia safavide



Nel cortile della Chiesa di San Giuseppe di Arimatea (Kelisa-ye Vank) nel quartiere armeno di Esfahan (Jolfa). Costruita fra 1655 e 1664 col sostegno della dinastia safavide



Il Giudizio Universale nella Chiesa di San Giuseppe di Arimatea (Kelisa-ye Vank); quartiere armeno di Esfahan (Jolfa). Affreschi realizzati fra 1655 e 1664



Sotto il porticato interno della Chiesa di San Giuseppe di Arimatea (Kelisa-ye Vank); quartiere armeno di Esfahan (Jolfa). Affreschi realizzati fra 1655 e 1664

Gli ultimi piani del Kakh-e Ali Qapu che affaccia sulla Naqsh-e Jahan, ad Esfahan (sei piani, 38 metri di altezza). Si intravede la sala della musica (fine XVI sec.) [Unesco]



Gli ultimi piani del Kakh-e Ali Qapu che affaccia sulla Naqsh-e Jahan, ad Esfahan (sei piani, 38 metri di altezza). Si intravede la sala della musica (fine XVI sec.) [Unesco]



Dalla terrazza del Kakh-e Ali Qapu, la vista sulla Naqsh-e Jahan e sulla Masjed-e Sheikh Lotfollah (1602-1619). Esfahan [Unesco]



Affresco nella sala del trono (Kakh-e Ali Qapu, fine XVI sec.), Esfahan [Unesco]



Volta della sala del trono (Kakh-e Ali Qapu, fine XVI sec.), Esfahan [Unesco]

Soffitto della sala della musica (Kakh-e Ali Qapu, fine XVI sec.), Esfahan



Particolare nel soffitto della sala della musica (Kakh-e Ali Qapu, fine XVI sec.), Esfahan



Assi di legno disposte con regolarità rendono antisismiche le mura della Masjed-e Sheikh Lotfollah (1602-1619), Esfahan [Unesco]



Interno della Masjed-e Sheikh Lotfollah (1602-1619), Esfahan [Unesco]



Interno della cupola nella Masjed-e Sheikh Lotfollah (1602-1619), Esfahan. La coda del pavone è effetto prodotto dalla luce [Unesco]



Particolare delle colonne che incorniciano il 'mihrab' della Masjed-e Sheikh Lotfollah (1602-1619), Esfahan [Unesco]



Nel Bazar-e Bozorg (Esfahan)



Nel Bazar-e Bozorg (Esfahan)



Nel Bazar-e Bozorg (Esfahan)



Nel Bazar-e Bozorg (Esfahan)



Nel Bazar-e Bozorg (Esfahan)



Con lo sguardo in alto nel Bazar-e Bozorg di Esfahan


In una bottega di artigiani del rame sbalzato (Esfahan)
Piatto in rame sbalzato in una bottega di Esfahan



Sufi in una bottega di Esfahan



Ad Esfahan, lungo il fiume Zayandeh attraversato dal Pol-e Khaju (1650) lungo 110 m, con due ordini di terrazze porticate; al centro il padiglione eretto per gli svaghi di Abbas II



Ad Esfahan, lungo il fiume Zayandeh attraversato dal Pol-e Khaju (1650). Al centro il padiglione eretto per gli svaghi di Abbas II



Tra gli archi del seicentesco Pol-e Khaju (1650), Esfahan



Particolare del Pol-e Si-o Seh, lungo 298 m, fatto costruire da uno dei generali favoriti di Abbas I tra 1599 e 1602 (Esfahan)



Pol-e Si-o Seh, lungo 298 m, fatto costruire da uno dei generali favoriti di Abbas I tra 1599 e 1602 (Esfahan)



Sotto il Pol-e Si-o Seh (1599-1602), Esfahan



All'interno di una torre di piccioni, costruita per la raccolta del guano (Esfahan)



Particolare di una vetrata nel Kakh-e Chehel Sotun (“palazzo delle 40 colonne”), 1706 (Esfahan)



Il porticato del Kakh-e Chehel Sotun (“palazzo delle 40 colonne”), che affaccia sul giardino (Bagh-e Chehel Sotun). 1706, Esfahan [Unesco]
'Muqarna' (modanature) sul soffitto all'ingresso del Kakh-e Chehel Sotun (“palazzo delle 40 colonne”), che affaccia sul giardino (Bagh-e Chehel Sotun). 1706, Esfahan [Unesco]



Lo shah Tahmasp riceve a corte il principe indiano Humayun che fuggì in Persia nel 1543; affresco sopravvissuto all'invasione afghana del XVIII secolo. Kakh-e Chehel Sotun, Esfahan



Uno degli affreschi conservati nell'ala sud del Kakh-e Chehel Sotun, ad Esfahan



Nella Masjed-e Shah (Masjed-e Imam), epoca safavide (Abbas I), ultimata nel 1629 (Esfahan)



Nella Masjed-e Shah (Masjed-e Imam), epoca safavide (Abbas I), ultimata nel 1629 (Esfahan)


Una delle due madrase nella Masjed-e Shah (Masjed-e Imam), epoca safavide (Abbas I), ultimata nel 1629 (Esfahan)

All'ingresso di una delle due madrase nella Masjed-e Shah (Masjed-e Imam), epoca safavide (Abbas I), ultimata nel 1629 (Esfahan)
Nel Bazar-e Bozorg di Esfahan
Presso la tomba di Hafez (1315-1390), Esfahan



Masjed-e Jameh (Moschea del Venerdì) a Na'in, X-XI sec. 'Mihrab' di stucchi e 'minbar' intarsiato nel legno

Particolare di una colonna nella Masjed-e Jameh (Moschea del Venerdì) a Na'in, X-XI sec.



Nel sotterraneo della Masjed-e Jameh a Na'in, usato come sala di preghiera durante l'estate e l'inverno. Scavato nel terreno, lascia filtrare la luce da lucernari coperti da alabastro


Nelle rovine del castello di Na'in (Narenj Qal'e). Era pre-islamica (forse epoca dei Parti)



Cupola della Masjed-e Jameh a Na'in (già santuario di un sufi). Rimane la splendida cupola (X-XI sec.)



Dal castello di Narin, epoca sasanide (224-651), si scorgono la cupola e il minareto della moschea di Meybod.



I bastioni del castello di Narin, epoca sasanide (225-651), a Meybod



Dal castello di Narin, epoca sasanide (224-651), guardando la cittadina di Meybod



Nel castello di Narin, epoca sasanide (224-651), a Meybod



Questo giardino a Yazd (Bagh-e Dolat Abad) con torre del vento ('badgir') e padiglione risale al 1750; era residenza del reggente di Persia Karim Khan Zand [Unesco]



Torre del vento ('badgir') nel Bagh-e Dolat Abad a Yazd (1750) [Unesco]



Interno del padiglione nel Bagh-e Dolat Abad a Yazd (1750) [Unesco]



Nel Bagh-e Dolat Abad a Yazd (1750) [Unesco]



Campo di frumento nel Bagh-e Dolat Abad a Yazd (1750) [Unesco]



Torre del vento ('badgir') nel Bagh-e Dolat Abad a Yazd (1750) [Unesco]



Torre del Silenzio zoroastriana (Dakhmeh-ye Zartoshtiyun) usata fino agli anni '60 a sud di Yazd



Dagli edifici abbandonati ai piedi della Torre del Silenzio zoroastriana: servivano da case dei becchini e da alloggio per i parenti dei morti



Sulla cima della Torre del Silenzio zoroastriana (Dakhmeh-ye Zartoshtiyun). Il corpo del defunto veniva posto a sedere al centro e lasciato dilaniare dagli avvoltoi



Il caravanserraglio a Zein-o-din (XVII sec.), costruito a pianta circolare



In preghiera, sul tetto del caravanserraglio a Zein-o-din (XVII sec.)



Simbolo del Faravahar zoroastriano sul frontone del Tempio del Fuoco ('Atehkadeh') a Yazd (1934)
Nella Khan-e Lari, a Yadz (epoca qajara)



Masjed-e Jameh (Moschea del Venerdì) a Yazd. Blu Tamerlano, chiaro turchese, il portale e i minareti più alti dell'Iran (48 metri). XV sec.



Masjed-e Jameh (Moschea del Venerdì) a Yazd. Particolare del 'mirhab', XV sec.



Cupola della Masjed-e Jameh (Moschea del Venerdì) a Yazd, XV sec. Si riconosce il 'gardoneh mehr' (simbolo della svastika)



Vista sui 'bagdir' (torri del vento) nella città vecchia di Yazd [Unesco]



Nella città vecchia di Yazd [Unesco]
La cupola della cosiddetta "Prigione di Alessandro" citata in una poesia di Hafez. Si tratta, in realtà, di una scuola del XV (Yazd, città vecchia)



Sulla piazza Amir Chakhmaq, Yazd



Sulla piazza Amir Chakhmaq, Yazd



Complesso di Amir Chakhmaq, palcoscenico religioso fatto costruire da un governatore di Tamerlano per la propria moglie, XIV sec.



Allenamenti di 'zoorkhaneh' presso Saheb A Zaman Club Zurkhaneh, in un grande 'ab anbar' (cisterna d'acqua) che risale al 1580. Yazd



Fortezza di epoca sasanide a Saryazd (224-651, d. C.)



Fortezza di epoca sasanide a Saryazd (224-651, d. C.)



Fortezza di epoca sasanide a Saryazd (224-651, d. C.)



Il tè nella fortezza di epoca sasanide a Saryazd (224-651, d. C.)



A sud, verso Kerman



Pistacchio, verso Kerman



Campo di pistacchi, verso Kerman



Nel Bazar-e Sartasari di Kerman, uno dei più antichi dell'Iran



Nel Bazar-e Sartasari di Kerman, uno dei più antichi dell'Iran



Nel Bazar-e Sartasari di Kerman, uno dei più antichi dell'Iran



Nel Bazar-e Sartasari di Kerman, uno dei più antichi dell'Iran



Affreschi sulla volta dell'ingresso dell'Hamam-e Ganj Ali Khan (XVII sec.), Kerman
Un té nell'Hamam-e Vakil Chaykhaneh, a Kerman (1820)


Nell'Hamam-e Vakil Chaykhaneh, a Kerman (1820)



Le pendici dei Monti Zagros degradano in direzione del deserto di sabbia, verso Bam



Lavori di ricostruzione ad Arg-e Bam (prima del 500 a. C.) [Unesco]
Un muratore che lavora alla ricostruzione di Arg-e Bam [Unesco]
Muratori impegnati nella ricostruzione di Arg-e Bam [Unesco]


Sotto la prima cinta di mura del castello ad Arg-e Bam [Unesco]



Attrezzi per fumare l'oppio (cittadella di Rayen)



Arg-e Rayen cittadella (22.000 mq) alle pendici del Monte Hezar (4420 m). Argilla, sabbia e paglia (fondamenta di epoca sasanide)



Arg-e Rayen cittadella (22.000 mq) alle pendici del Monte Hezar (4420 m). Argilla, sabbia e paglia (fondamenta di epoca sasanide)



Arg-e Rayen cittadella (22.000 mq) alle pendici del Monte Hezar (4420 m). Argilla, sabbia e paglia (fondamenta di epoca sasanide)



Ingresso del Bagh-e Shahzadeh, a Mahan, 1873 [Unesco]



Dal palazzo del Bagh-e Shahzadeh, a Mahan, guardando il giardino. 1873 [Unesco]



Nel Bagh-e Shahzadeh, a Mahan, 1873 [Unesco]



Bagh-e Shahzadeh, a Mahan, 1873 [Unesco]



Bagh-e Shahzadeh, a Mahan, 1873 [Unesco]
Il sistema di canali d'irrigazione che alimenta la flora del Bargh-e Shahzadeh, a Mahan (1873) [Unesco]



Il benvenuto al mausoleo di Mahan (XV-XVII sec.): è il Aramgah-e Shah Nematollah Vali, dove è sepolto il sufi Nematollah Vali (1330-1431)



Nel Aramgah-e Shah Nematollah Vali, affresco difronte alla piccola sala di preghiera in cui meditava Nematollah Vali (XVI sec.). Mahan



Nel Aramgah-e Shah Nematollah Vali, mausoleo di Mahan (XV-XVII sec.)
L'ultimo cortile del Aramgah-e Shah Nematollah Vali, mausoleo di Mahan (XV-XVII sec.)



In una stanza che affaccia sull'ultimo cortile del Aramgah-e Shah Nematollah Vali, mausoleo di Mahan (XV-XVII sec.)



Scendendo dai Monti Payeh, in direzione del Dasht-e Lut: il deserto dell'Iran sudorientale



Verso i Kalout (Shahdad) nel Dasht-e Lut



Gli 'yardang' (castelli di sabbia) dei Kalout (Shahdad)



Gli 'yardang' (castelli di sabbia) dei Kalout (Shahdad)



Gli 'yardang' (castelli di sabbia) dei Kalout (Shahdad)



Gli 'yardang' (castelli di sabbia) dei Kalout (Shahdad)



Nel villaggio troglodita di Meymand. 406 caverne [Unesco]



Nel villaggio troglodita di Meymand. 406 caverne [Unesco]



Gli ultimi abitanti di Meymand [Unesco]



Gli ultimi abitanti di Meymand [Unesco]



Gli ultimi abitanti di Meymand [Unesco]



Nel villaggio troglodita di Meymand, 406 caverne [Unesco]



Nel villaggio troglodita di Meymand, 406 caverne [Unesco]



Gli ultimi abitanti di Meymand [Unesco]



Cena a Meymand [Unesco]



Ingresso di una caverna a Meymand [Unesco]



Verso Shiraz, via Sirjan-Neyriz: piantagioni di fichi.


Sasan Kakhe a Sarvestan, palazzo d'epoca sasanide costruito da Bahram V (421-438). Archi ciechi di supporto ad angoli; macerie tenute insieme da 'zaroug' (sabbia, lana di cammello, bianco d'uovo, calce) [Unesco]



Sasan Kakhe a Sarvestan, palazzo d'epoca sasanide costruito da Bahram V (421-438). Archi ciechi di supporto ad angoli; macerie tenute insieme da 'zaroug' (sabbia, lana di cammello, bianco d'uovo, calce) [Unesco]



Lago salato (Daryacheh-ye Maharlu) alle porte di Shiraz



'Sharzeh' ristorante e musicisti (Shiraz)



L'esterno della Argh-e Karim Khan, fortezza di epoca Zand (metà XVIII sec.), Shiraz



Guardando il santuario Aramgah-e Shah-e Cheragh (XII-XIX sec.), Shiraz. Qui riposano le spoglie di Sayyed Mir Ahmad (835 d. C.), uno dei fratelli dell'imam Reza (ottavo imam). Uno dei principali luoghi di culto degli sciiti.



In preghiera nel santuario Aramgah-e Shah-e Cheragh (XII-XIX sec.), Shiraz



Nel Bagh-e Eram (XI-XIX sec.) guardando il palazzo Kakh-e Eram, a Shiraz. Il giardino è più volte citato nelle poesie di Hafez [Unesco]
Sul frontone del palazzo Kakh-e Eram, a Shiraz, maioliche che raffigurano episodi legati alla bellezza di Giuseppe, della moglie di Potifar e di Nasser al-Din Shah (XIX sec.) [Unesco]



Nel Bagh-e Eram (XI-XIX sec.), a Shiraz. Il giardino è più volte citato nelle poesie di Hafez [Unesco]



Nel Bagh-e Eram (XI-XIX sec.), a Shiraz. Il giardino è più volte citato nelle poesie di Hafez [Unesco]



Abiti tradizionali battriani nella Madraseh-ye Khan (Shiraz), sec. XVII (periodo safavide)



Maioliche nella Madraseh-ye Khan (Shiraz), sec. XVII (periodo safavide)



Nella Masjed-e Nasir-al-Molk (fine XIX sec.), Shiraz



Nella Masjed-e Nasir-al-Molk (fine XIX sec.), Shiraz



Nella Masjed-e Nasir-al-Molk (fine XIX sec.), Shiraz
Nella sala invernale di preghiera della Masjed-e Nasir-al-Molk (fine XIX sec.), Shiraz



Soffitti in legno decorato in stile europeo nel lussuoso padiglione del Bagh-e Naranjestan (“giardino delle arance selvatiche”), 1879-1886 (Shiraz)



Stucchi nel lussuoso padiglione del Bagh-e Naranjestan (“giardino delle arance selvatiche”), 1879-1886 (Shiraz)



Il Bagh-e Naranjestan (“giardino delle arance selvatiche”), 1879-1886 (Shiraz)



Ingresso della Masjed-e Vakil (Moschea del Reggente) con 'muqarna' (modanature), seconda metà XVIII sec., Shiraz



'Minbar' con 14 gradini scolpito in un unico blocco di marmo proveniente dall'Azerbaijan; Masjed-e Vakil (Moschea del Reggente), seconda metà XVIII sec., Shiraz



Sala di preghiera con soffitto a volta sostenuto da 48 colonne scolpite (decorazione a maioliche aggiunta in epoca qajara); Masjed-e Vakil (Moschea del Reggente), seconda metà XVIII sec. (Shiraz)



I tori-guardiani, marcatamente assiri, della Porta di Serse (o Porta di Tutte le Nazioni), fondazione 520 a. C. (Persepoli) [Unesco]


Sulla Porta di Serse [Unesco] in tre lingue (persiana, babilonese, elamitica) è scritto: «Il Re Serse ha detto: “con il favore di Ahura Mazda, ho costruito questa Porta delle Nazioni. Molte altre cose meravigliose sono state costruite in Persia. Io le costruii e mio padre le costruì.”» (485 a. C.) [Unesco]



I nomi dei viaggiatori incisi nei secoli sulla Porta di Serse (Persepoli) [Unesco]



Particolare di un toro-guardiano scolpito sulla Porta di Serse (Persepoli) [Unesco]


Bassorilievo raffigurante il Re, che, con un pugnale per mano, colpisce un leone. Si trova su di un grande portale nel palazzo privato denominato Tachara (Palazzo di Dario), Persepoli [Unesco]


Le colonne dell'Apadana (72, di cui 13 ancora in piedi), erette su basamenti a forma di fiore di loto capovolto. Il palazzo Fu costruito da Dario e completato da Serse. Persepoli [Unesco]



La Porta di Serse nella sua interezza (Persepoli) [Unesco]



Tomba di Artaserse II (dal 358 a.C.). Sui bassorilievi, il popolo sostiene il peso del trono reale sorreggendolo con la punta delle dita; è cosa dilettevole ubbidire al sovrano. (Persepoli) [Unesco]



Gli Immortali (Scalinata dell'Apadana), Persepoli [Unesco]



Le pareti del più maestoso fra i palazzi privati (Tachara) presenta iscrizioni di diverse epoche: testi cuneiformi di Dario, Serse, Artaserse III, testi di scribi sasanidi, testi cufici, scritti persiani del periodo dei re selgiuchidi e timuridi. Le iscrizioni sono tutte in persiano cuneiforme. Fu l’esploratore danese Carsten Niebuhr a porre le prime solide basi teoriche per la decifrazione di questa scrittura. Niebuhr confermò la direzione della scrittura da sinistra a destra e distinse i diversi tipi di scrittura, isolando i caratteri semplici da quelli più complessi. (Persepoli) [Unesco]



Ogni delegazione che porta doni al Re è guidata per mano da un ufficiale persiano (Particolare dai bassorilievi sulla Scalinata dell'Apadana, Persepoli) [Unesco]



Scalinata dell'Apadana: il leone che aggredisce il toro (Persepoli) [Unesco]



Particolare di un bassorilievo che raffigura uno fra i soggetti più frequenti: il leone che aggredisce il toro (Persepoli) [Unesco]



Particolare di un bassorilievo sulla Scalinata dell'Apadana: si tratta di una Guardia imperiale (Persepoli) [Unesco]



Da sinistra: Tomba di Dario II, Tomba di Artaserse I, Tomba di Dario I (Naqsh-e Rostam)



Il più famoso dei rilievi su pietra sasanidi a Naqsh-e Rostam. È raffigurata la vittoria di Shahpur I su imperatori romani, Filippo l'Arabo (che implora la pace) e Valeriano (che viene catturato, in ginocchio), III sec. d. C.



Particolare del bassorilievo che ritrae l'investitura del re Ardašīr I (224/226-241): al fondatore della dinastia sasanide è consegnato il diadema della regalità da Ahura Mazda. Nell'iscrizione, dove appare per la prima volta il termine 'Iran', Ardashir ammette di tradire il suo re Artabano V (i Sasanidi erano stati infatti uno Stato vassallo della dinastia dei Parti Arsacidi) ma legittima la sua azione sulla base del fatto che è Ahura Mazda a volerlo Re.



Tomba di Serse I (519-465 a. C.) a Naqsh-e Rostam



Particolare di una colonna del Palazzo di Serse a Pasargade, sulla quale è inciso in tre lingue, in caratteri cuneiformi: «Io sono il Re, il Re dei Re...» [Unesco]



Tomba di Ciro il Grande (590-529 a. C.), a Pasargade [Unesco]