domenica 26 gennaio 2020

Il ciambellano e il meccanico - Mozart e gli Italiani del suo tempo

Dopo il MaMu Magazzino della Musica di Milano, abbiamo replicato nella bella Sala della Musica della Fondazione Maria Cosway (Lodi) la presentazione del nuovo libro mozartiano di Danilo Faravelli, attorno al quale ho avuto il piacere di dialogare.
Il testo indaga i rapporti fra Mozart e i musicisti italiani del suo tempo trovando intelligentemente il punto d'avvio nelle generalizzazioni e nei luoghi comuni di cui, come in ogni tempo, si dotano i gruppi sociali; pure quelli che guardarono alla nostra penisola, lontana dall'unificazione politica, come alla terra di maestri e di Welsche. Da qui ecco il punto di partenza per una ricognizione capace di mettere nella giusta prospettiva il complesso di fatti biografici, e poi di natura squisitamente musicale, intercorsi fra il genio e i suoi colleghi d'Oltralpe.
È una lettura che - essendo opera di uno studioso scrupolosissimo del Settecento musicale e conoscitore impareggiabile della biografia mozartiana - risulta indispensabile a chi, anche solo per accidenti, si sia lasciato tentare in questi ultimi tempi dalle bufale approntate intorno alle opere e alla vita di Mozart per tramite di ben noti revisori del nulla. Questa, dunque, è l'occasione per dotarsi di un adeguato strumento biografico attorno al tema Mozart e gli italiani. Tanto più che il libro è scritto in un italiano impeccabile, fatto di prosa ampia, sapide perifrasi e lessico ricercato.
Nelle immagini anche il soprano Francesca Mercuriali e la pianista Erika Ripamonti cui sono stati affidati i contributi musicali (Clementi, Paisiello, Mozart, Cimarosa).

















lunedì 20 gennaio 2020

Federico Fellini: a cento anni dalla nascita



«Non si può stare nelle cose che piacciono. Le cose che piacciono si devono soltanto desiderare, fantasticare, aspettarle.»


(intervista a Federico Fellini presso il quartiere EUR)


Fate guardare ai ragazzi che nulla sanno di Fellini per prima cosa qualche sua intervista e poi avvicinateli con calma al suo cinema. Cominciate da La strada e poi proseguite con Amarcord.
Per guidarli attraverso visioni sicuramente distanti da ciò che conoscono, proseguite con Fellini Satyricon, con Roma e con Prova d’orchestra. Se l’avvicinamento avrà incontrato il loro favore, sarà giusto consigliargli da subito I vitelloni e Le notti di Cabiria. Ma non iniziateli ad uno tra i massimi registi di ogni tempo cominciando con La dolce vita e con 8 1/2. In mancanza di coordinate - quelle che solo il vissuto e le maturate esperienze personali possono disegnare - non ne leggerebbero che significati superficialissimi. Del resto, per avvicinare con coscienza due capolavori che s’intendono e si studiano uno di seguito all’altro, è anche indispensabile trovarsi nel mezzo del cammin di nostra vita che fu primaria fonte d’ispirazione per il soggetto e i tratti di Marcello Rubini.
Una visione prima dei trent’anni non potrebbe far miracoli (per quello della Madonna rivolgersi pure a Dino Buzzati).

lunedì 6 gennaio 2020

Fassbinder/Refn

«Poiché essi stessi volevano negarla, la strana somiglianza tra i due fratelli era motivo d’attrazione soltanto per gli altri [...] Forse si ritrovava anche nel comune amore per la madre, sebbene a una profondità tale da non riconoscerlo affatto.»

da Querelle de Brest (Reiner Fassbinder, 1982)

in immagine anche: Only God Forgives (Nicolas Winding Refn, 2013)