martedì 29 aprile 2014

Shirley Verrett / L'africaine

Non dovrebbe essere necessario spiegare le ragioni per le quali è straordinaria la grandezza di una cantante come la Verrett; e se lo si fa è solo per sentirsi parte della sua indimenticabile arte. Sul piano tecnico, ogni passo è una lezione di canto e di stile; basti rilevare che in tutte le escursioni al registro grave non c'è ombra di trucchi e note tubate. Per il resto, siamo nella regione del Sublime.


lunedì 14 aprile 2014

A proposito del caso Paolo Isotta

Paolo Isotta mi ha fatto tornare in mente un suo elzeviro del 2000, che ho conservato. "Tosca", opera - come si legge - "nel cuore" del recensore; per questa ragione "sarà più rigoroso dunque il canone interpretativo". Ci si avventura nella lettura e si scopre che la prestazione vocale dei comprimari non ha soddisfatto il critico. Tra loro c'è Roberti; peccato che questo personaggio sia soltanto un mimo. Procedendo si scopre che il direttore è stato capace di mostrare "l'intima coerenza [...] tematica della partitura". Ma chi ha studiato la partitura sa che se c'è un titolo pucciniano nel quale la coerenza tematica è disattesa questo è proprio "Tosca". A proposito, Michele Girardi scrive: "L'estrema concentrazione di eventi obbligò Puccini a seguire una scansione temporale accelerata, e perciò a modificare la consolidata tecnica narrativa basata sul ricorrere di temi e reminescenze che identificassero figure e situazioni senza particolari gerarchie. Egli coordinò invece una fitta trama musicale, capace di realizzare un agile commento sonoro al fresco succedersi dei fatti." ("Giacomo Puccini. L'arte internazionale di un musicista italiano", Marsilio, Venezia 1995, p. 172). Insomma, prendete sempre con le molle qualunque recensione: saper conciliare studio ed esperienza d'ascolto è cosa rara assai.

http://archiviostorico.corriere.it/2000/marzo/12/Genio_piu_genio_uguale_Tosca_co_0_00031210322.shtml


mercoledì 9 aprile 2014

"Les Troyens" alla Scala

Grande successo ieri sera alla Scala per "Les Troyens". Un Ottocento (francese senz'altro) che ha evocato nel costume e nelle macchine sceniche tanto l'epoca della Comune quanto quella di Luigi Filippo, in un gioco di prospettive storiche ampliate poi nella seconda parte: il Maghreb di una kasbah in laterite nella quale Enée può rivelarsi a Didon indossando una corazza cinquecentesca quasi fosse Vasco da Gama (ma ora il grand opéra è "Jérusalem"). McVicar ed i suoi collaboratori hanno colto in pieno la natura prismatica del capolavoro di Berlioz, costantemente sospeso tra mito e Storia che è anche - e soprattutto - storia del teatro in musica; uno spettacolo di intelligente gusto figurativo, capace di 'far palcoscenico' dove e quando serve. È stato il trionfo di Antonio Pappano e di un'orchestra che ha suonato meravigliosamente bene; dal vivo, nella memoria, ho Colin Davis e Zubin Mehta. Ieri sera (così come alla prova generale) mi sono portato a casa diversi momenti; uno su tutti, l'impasto di ottoni e legni nel duetto Didon-Anne. Quella di Pappano, formidabile accompagnatore, è una narrativa che respira col palcoscenico; un'eloquenza oratoria nutrita da un lirismo che è capace di mettere in valore tanto la timbrica quanto la costruzione di pagine monumentali quali "Châtiment effroyable!" e tutto il principio dell'atto terzo. Nel cast ho trovato Kunde in ottima forma, e così Mukeria/Iopas che ha regalato con la sua chanson un'oasi di canto legato e a fior di labbro. Continuo, invece, a non comprendere quali siano le virtù vocali da festeggiare nella Barcellona e nella Antonacci. Quest'ultima, tra Sprechgesang e gioco scenico generosissimo, mi è parsa ben più nel ruolo di Sorceress (l'opera è "Dido and Aeneas" di Purcell) che in quello della sacerdotessa troiana che richiede una tragédienne di grande oratoria e di mezzi ben più sostanziosi. Andate a vedere questa produzione! Ci sono ancora biglietti disponibili.











martedì 1 aprile 2014

Les noces rouges

«Hélène et moi nous nous entendons très bien» 
Stéphane Audran/Lucienne Delamare; Eliana De Santis/Hélène Chevalier ("Les noces rouges" di Claude Chabrol, 1973)