martedì 25 ottobre 2016

Leontyne Price canta "Madama Butterfly"





Tra le tante, anche la Butterfly con la voce (e che voce!). Impressionante nelle pagine più scopertamente drammatiche, la Price convoca qui le inflessioni da negro spirituals per cantare non il proprio dolore ma quello del motherless child. Ed ecco allora che le doti della vocalista di ferro concorrono a consegnare al pubblico, in consonanza con l'estetica naturalista, non 'una parte' ma il personaggio, o almeno una delle sue epifanie.
Punto di arrivo e non di partenza nella carriera di un soprano, Madama Butterfly offre all'interprete una tale quantità di occasioni per costruire musica e personaggio da rendere impossibile durante un'esecuzione dal vivo esaltarle tutte al grado massimo. Bisogna scegliere, trovare attraverso di esse un itinerario di senso, anche se tutte sono memorabili perché opera di un genio della musica e del teatro quale Puccini. Sono cose che possono apparire scontate a chi abbia dimestichezza con il capolavoro pucciniano eseguito dal vivo, ma non certo agli ascoltatori che conoscono la tragedia giapponese solo dalle incisioni in studio. Il microscopio offerto dagli studi di registrazione a noi - e prima ancora alle interpreti - è dunque preziosissimo ma fuorviante; quando si va (o si torna) in teatro, insomma, bisogna adottare "nuova religione". 

Già pensando a tener fiato per il finale, infatti, il soprano deve cominciare con un 'biglietto da visita' che sia di tutto rispetto (la salita alla collina), per convincere, tra l'altro, con le frasi lunghe ed estenuanti di «Che tua madre» cui segue il cannone del porto al termine del quale - come vuole la tradizione - se non scatta l'applauso (spontaneo, ça va sans dire) la Butterfly non va del tutto... in porto!

Link: https://www.youtube.com/watch?v=SrJuItTUfm0

Nessun commento:

Posta un commento