martedì 21 gennaio 2014

Le rivelazioni di Abbado

E c'è l'Abbado delle rivelazioni. Quelle che facevano sobbalzare il pubblico ed erano autentiche illuminazioni per gli storici della musica; tanto negli autori da lui più frequentati, quanto in quelli che lo sono stati meno. "Elektra" a Vienna? È oltre l'incandescente tensione drammatica; qui siamo all'argento vivo di un espressionismo che esalta anime e umanesimo della tragedia. I colori dell'orchestra erano gli stessi dello spettacolo di Kupfer che, impresso a fuoco nella memoria di chi l'ha visto nell'89, si conserva in video come una delle cose più preziose. E che cast!! E "Simon Boccanegra"? Le serate del 2001 rivelarono Musorgskij dove prima nessuno l'aveva indovinato: il finale del Prologo, certo, e - in modo impressionante - la grande frase di Paolo nell'atto III (che però non ho trovato su youtube). E poi l'atto II di "Tristan und Isolde" a Lucerna (2004, concerto inaugurale). La caccia del Preludio io non l'avevo ancora sentita dirigere con quella febbre, con quell'estasi incontenibile dell'attesa; era gioia allo stato puro. Poi il duetto, avvolto in un clima sonoro di folgorante bellezza; morbida, interiorizzata fino alla sfumatura più impalpabile, come in Debussy. Ma era anche un atto calibratissimo nell’equilibrio dei diversi episodi. E teatralissimo!

 





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