Una scena di sesso, implicita grazie a una battuta e a un fotogramma. Nel giro di quattro secondi.
«Passa il vento e si alzano le sementi»
È il Buñuel messicano di Susana, 1951.
Una scena di sesso, implicita grazie a una battuta e a un fotogramma. Nel giro di quattro secondi.
«Passa il vento e si alzano le sementi»
È il Buñuel messicano di Susana, 1951.
Dodici luoghi del cuore:
- il palmeto di Tozeur che in bicicletta sembra meno esteso di quanto sia in realtà e incomparabilmente più divertente.
- l’hotel-museo Yeneka di La Paz in Baja California, porto delle illusioni dove l’ospitalità è mediterranea.
- la basilica di San Clemente a Roma perché porta addosso la carne del tempo che passa.
- la Naqsh-e Jahan di Esfahan (Iran) dove il gelato allo zafferano si mangia sdraiati fra giardini e fontane abitando la piazza del paradiso.
- il tempio giainista di Ranakpur (Rajasthan) dal quale non si riesce ad andar via.
- il negozio di stampe e disegni che sta a Yanaka, il più vecchio quartiere di Tokyo, luogo di silenzio e riconciliazione.
- la Tabaccara di Lampedusa per il meriggio in barca che è certezza di guardare l’acqua più bella del Mediterraneo illuminata da sole implacabile.
- la Tasca do Jaime di Lisbona perché è il ristorante ideale per il fado.
- la Maldita Milonga in calle Peru a Buenos Aires per suoni, forme e calore del tango.
- la casa di Maria e Fernando a Remedios (Cuba) perché si è a casa.
- le Fondamenta delle Zattere a Venezia per ricordarsi a sera tardi in quale porzione di mondo ci si trova, assimilando ricordi al suono dell’acqua.
- l’isoletta di Kirá Panagiá nel parco marino di Alonissos, ristoro ai velisti e conforto ai monaci del Monte Athos.
Henri Rousseau
(telegramma a Guillaume Apollinaire, 1908)
Elenco alfabetico (per nome proprio!) di cineasti, nati fra gli anni ‘20 e ‘40, che hanno girato almeno un lungometraggio negli ultimi dieci anni. Poi, elenco di autori di respiro internazionale attualmente in piena attività.
[work in progress]
Da 1.20:58 c’è Sul bel Danubio blu, primo scherzoso omaggio al volo kubrickiano che precede questo di tre anni. Sono sequenze bellissime, coi riflessi della città sul parabrezza dell’auto filmata di sbieco, dall’interno. Poi, come fossero stelle, le luci di Los Angeles con movimento della mdp da sinistra a destra; che siano state girate su all’Osservatorio Griffith? Qualche secondo prima di Strauss, ancora suonava nel cinema la Marsigliese di Casablanca. Là, nella sala, Minnie e Moskowitz si scambiano confessioni intime e sincere. Così comincia il momento più armonioso del film.
Per ricordo di Rosanna Carteri (14 dicembre 1930 - 25 ottobre 2020), in questi giorni tristi del teatro.
Il restauro esemplare di un’interpretazione strabiliante, che per me è la migliore in assoluto.
Così, a muzzo, aspettando che cuocia la pasta.
Totalmente conquistato da questo romanzo edito da Fazi Editore (so che in italiano esisteva solo un UTET 1983). Raramente ho letto qualcosa che fosse allo stesso tempo così universale e spassoso. Dentro il conformismo più nero del Brasile di metà Ottocento, risalta una provocazione continua, raffinata, leggerissima eppure implacabile, degna di un Luciano.
«Io sono Cuba.
Una
volta, qui sbarcò Colombo. Egli scrisse nel suo diario: "È la terra più
bella che l'occhio umano abbia mai visto." Grazie, signor Colombo.
Quando
lei mi vide per la prima volta io cantavo e ridevo. Salutai le vele con
i miei pennacchi, credendo che mi avrebbero portato gioia.
Io sono Cuba. Le navi si portavano via il mio zucchero. E mi lasciavano... le lacrime.
Lo zucchero è una strana cosa, signor Colombo. In esso c'è tanto pianto, eppure è dolce.»
(Soy Cuba, Kalatozov, 1964)
«Rashomon mi ha parlato di un autore, di un giapponese, che riusciva a fotografare quasi l’aria. E attraverso l’aria a far intravedere la passeggiata nel bosco, per esempio, con l’accetta sulla spalla; e nella lama dell’accetta il brillare del sole che mandava continuamente lampi, tra le foglie. Ecco, è stato un esempio di come il cinema poteva raccontare proprio, in maniera più fantastica, più complessa, la realtà che ci circonda.»