mercoledì 21 ottobre 2020

Memorie postume di Brás Cubas






Totalmente conquistato da questo romanzo edito da Fazi Editore (so che in italiano esisteva solo un UTET 1983). Raramente ho letto qualcosa che fosse allo stesso tempo così universale e spassoso. Dentro il conformismo più nero del Brasile di metà Ottocento, risalta una provocazione continua, raffinata, leggerissima eppure implacabile, degna di un Luciano.

Invece che cullarci nell’illusione che esista progresso in una società arretrata, assistiamo alla riproduzione dell’arretratezza stessa con la massima chiaroveggenza disponibile; assolutoria per farcela apparire anzitutto come è veramente.
Autore brasiliano che disseppellisce altre realtà sotto quella borghese, come fecero da noi in Europa i più grandi innovatori letterari suoi contemporanei, Machado de Assis ha compilato qui un catalogo di ambiguità redatte in una costruzione avvincente, d’ironia vorticosa, istrionica e ferocissima. Dove c’è scampo se le doti civili sono compatibili con le trasgressioni di cui sono una copertura?
Ho finito gli aggettivi. Rimando ad uno dei capitoli più arguti: il quarantanovesimo.



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