mercoledì 21 ottobre 2020

Le pagine del cuore

Così, a muzzo, aspettando che cuocia la pasta.

Pagine di opere della letteratura universale che sono incancellabili nel ricordo e che tornano in mente quando qualcuno fa cenno al “piacere della lettura”.
(La pasta l’ho mangiata):
 
- I campanili di Méséglise con gli interrogativi sulla capacità effettiva di saper scrivere. Ce li aveva Proust e figurarsi chiunque altro.
- La lavanderia di Martin Eden che ti fa condividere una fatica disperata.
- Oblomov che non si alza dal letto per le prime cento pagine.
- I denti incisivi di Fantine che ti fanno montare rabbia e dolore insopprimibili.
- Le ultime pagine di Sulla strada per sentire il groppo al cuore dell’età che se ne va.
- Il soliloquio di Molly Bloom, che si vorrebbe mandare a memoria.
- Il Sigismondo di Calderón che fa la sua tirata alla fine dell’atto secondo.
- Fermi davanti al ritratto di Sarrasine/Adone.
- D’Annunzio che mette fuoco nella notte settembrina di Venezia. Un mitomane, ma che mitomane.

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