3076 km in auto e treno: Delhi, Vrindavan, Mathura, Sikandra, Agra, Fatehpur Sikri, Gwalior, Orchha, Panna, Khajuraho, Sarnath, Varanasi, Vidisha, Udaygiri, Sanchi, Ujjain, Dhar, Mandu, Maheshwar, Omkareshwar, Jalgaon, Ajanta, Aurangabad, Ellora, Daulatabad, Mumbai.
Mario Luzi
Su fondamenti invisibili, 1971
Il gorgo di salute e malattia
Le nazioni non meno dei singoli
disimparano l'amore della sostanza, dimenticano
quel giro stretto di vita e volontà
che ne molò i lineamenti, ne definì l'essenza.
Non c'è medicina, ma non si muore di questo.
Più ancora del passato il presente
affonda in una mezza memoria
visitata talora da qualche lampo.
Nessun'altra conseguenza. Nient'altro.
Unico punto vivo nella notte di Benares
la vampa, il vortice di faville e fumo
ed affollata rosticceria di salme dopo tutto umane
sfruconate da monatti fino alla cenere
sui gradini che scendono al fiume di salute e di narcosi.
L'india sotto il volo dei corvi
non so se vive o muore. Lì, nel cerchio
della divina danza di tamburo e fiamma,
di origine e distruzione, l'India
come altri, come altri non vive e non muore.
Dal Bhagavadgītā (Canto del Divino), III sec. a.C. - I sec. d.C.
Arjuna ha la visione di Vishnu che personifica l'Essere cosmico, somma di ogni esistenza, vita e morte. Così si rivolge a Lui:
O Risplendente, io vedo in te riuniti
gli dei e tutti gli esseri.
Vedo il Creatore sul suo trono di loto, i
l re del cielo, i saggi serpenti divini.
In te non vedo principio, né mezzo, né fine.
La tua forza è senza uguali e le tue braccia senza numero.
I tuoi occhi sono il Sole e la Luna
e posso discernere il tuo volto di gloria
bruciare i mondi con i suoi raggi fiammeggianti
come il Fuoco sacro divora le vittime.
Braccio potente! La tua forma mi appare immensa
con tutte queste membra e questi occhi,
tutti questi volti, tutte queste forme, tutti questi ventri e questi denti terribili.
Vedendo te tremano i mondi e tremo io stesso.
Essere immanente! Contemplandoti al di sopra della volta celeste,
risplendente, multicolore, con le mascelle spalancate
e i tuoi occhi scintillanti, il mio spirito è turbato.
Perdo il coraggio e la pace.
Vedo le tue mascelle i denti aguzzi
riducenti come le fiamme del Tempo.
Non so dove sono, non riesco a ritrovare la calma.
Abbi pietà di me! Signore degli dei.
Tu sei il rifugio dei mondi.
In mezzo agli altri sovrani
vedi i figli di Dhritarashtra,
Bhishma, Drona e [Karna], figlio dell’auriga,
e, con loro, i nostri nobili guerrieri,
che si lanciano nella tua bocca terribile,
dalle zanne paurose.
Vedo le loro teste stritolate,
rimaste attaccate tra i tuoi denti.
Vedo questi eroi lanciarsi nelle tue bocche fiammeggianti
come le onde impetuose dei fiumi corrono a precipizio dentro il mare.
Come gli insetti che volano con tutta la loro forza
verso le fiamme delle lampade per trovarvi la morte,
così i mondi corrono verso la tua bocca
come se desiderassero la fine.
Essere immanente! Con i tuoi denti arrossati,
afferri e divori tutte le sfere insieme.
Le tue fiamme estese già riempiono l’universo
e lo riducono al nulla.
Onnipotente! Forma terrificante!
Dimmi chi sei tu.
Sono prostrato ai tuoi piedi.
Sii pacificato! Tu, il migliore degli dei.
Ho voluto vedere la tua vera forma,
ma le tue azioni oltrepassano la mia forza di comprensione.
(Bhagavadgītā, XI, 13-31)
Appunti per un diario indiano
1° aprile 2018
Delhi inedita, almeno per me che torno dopo quattro anni.
Humayun,
il più eccentrico fra i fastosi, onnipotenti, imperatori moghul è qui
sepolto: con quella giulio-claudia, la mia dinastia preferita. È un
monumento fatto edificare dalla vedova, Hamida, per mano di architetti
persiani a partire dal 1562; quasi ottant’anni prima del Taj Mahal, che
gli è di molto debitore.
Humayun era un visionario: volle costruire una città che fosse esclusivo punto d’incontro tra pensatori e
artisti perseguitati del mondo intero. Cultore di astrologia, nelle
assemblee sedeva coi ministri su un enorme tappeto di seta che
riproduceva le costellazioni: lui, naturalmente, occupava il posto del
Sole. Condottiero poco avveduto, appassionato bibliofilo, fu
superstizioso fino al patologico; alcolista e oppiomane fin dall’età di
diciassette anni. Il suo cameriere personale ha tramandato la ricetta
del biglietto di viaggio per i paradisi artificiali: «un po’ doppio
della migliore qualità, quello che cresce nella valle di Swat, una o due
parti di quello di Jalālābād. Tre parti di miele rosato lasciato
indurire; impastare con cura. Fare delle palline gialle come acini d’uva
passa, rotolarle nel varak...». Se mi scrivete in privato ve la mando
tutta ma non chiedetemi di provarla con voi.
Altro? Restauro
lunghissimo a partire dal 1993 perché l’area è enorme. Fra i primi a
visitare il mausoleo di Humayun tornato all’antico splendore i coniugi
Obama; li chiamai per dirgli di anticiparmi e riferirmi se valesse la
pena ripassare da Delhi. Molto, molto bello. Pure i 32 gradi non sono
affatto male.
9 aprile 2018
Le impressioni sui primi giorni a Varanasi mi tengono sveglio. Facile
credere che sia esistita sin dal principio dei tempi. Una città fatta
per osservare il sole e che sarà abitata per guardarlo spegnersi,
definitivamente. Ha il soffio eterno di Roma, l’aurea leggendaria di
Venezia come pure certe sue indolenze.
Varanasi, Kashi, Anandavana,
Avimuktq, Benares, Banaras è la città dai molti nomi e dall’esistenza
plurimillenaria. Culturale, modernizzata, retrograda, lurida, comm
erciante, rumorosa, dispensatrice di liberazione, ladra, piena di grazia.
Al termine di una giornata urbana in questo immenso Paese lo straniero
si sente come frullato. Non è stato lui a far proprio ciò che lo
circonda, ma solo un ingrediente destinato, senza reale potere di
controllo, ad amalgamarsi a moltissimi altri. “Frullato” è aggettivo che
ritrovo nei testi sacri indù; fu frullato da Vishnu l’oceano di latte
per ottenere l’ambrosia indiana.
Nelle città dell’India, certo, il
viaggiatore si sente così. Ma qui, al mattino presto così come alla
sera, tutto ciò che destabilizza si ricompone non appena si sosta lungo i
ghat o ci si fa condurre pigramente in barca a remi lungo il Gange.
La gente si bagna, lava i panni, nuota giocando nelle acque torbide.
Canta, prega, medita. Ieri hanno bruciato un corpo sotto un cumulo di
legna; anche un tocco di sandalo, pregiato. Assistono alla cremazione
solo gli uomini, perché le donne coi loro pianti guasterebbero la
funzione. Al cadavere di una dodicenne è stata appesa una pietra per
annegarlo nel grande fiume; la speranza di sfuggire al ciclo della
reincarnazione si guadagna con l’età. Negli occhi, nelle orecchie e
nell’olfatto ancora la città coi suoi templi, i mercati e gli stretti
“gali” che si snodano in direzione del fiume.
Ciò che non è
molteplice non esiste; una verità che si apprende compiutamente quando
si viene in India e ci si immerge nella sua cultura fatta per conciliare
i contrari; una cultura che giustappone, non contraddice.
Nelle
“Upanishad” si legge così: “L’Uno, senza gradazione di colore, si
manifesta attraverso un disegno segreto, multicolore, effetto del suo
molteplice potere.” (Shvetāshvatara Upanishad 4, 1-4). Qui, a Varanasi,
del disegno segreto sembra possibile scorgere un tratto.
15 aprile 2018
Da qui sembra tutto così lontano... Eppure è vicino perché i confini
della Storia, specie di quella dell’arte, seguono logiche diverse: la
moschea in pietra rossa che domina la cittadina di Mandu fu costruita,
infatti, nella prima metà del XV secolo su modello della grande moschea
di Damasco.
Nascosta in un altopiano che supera i 600 metri, Mandu è
l’India senza clacson. Qui, nelle campagne, bellissime architetture
afgane convivono con maestosi baobab. I massaggi si fanno con estratti
di erbe locali e i matrimoni si festeggiano fino a tarda notte ballando
dietro a un carro, mentre lo sposo segue imbronciato a cavallo.
19 aprile 2018
Proprio duecento anni fa, John Smith si faceva largo durante una battuta
di caccia nella foresta del Deccan ed ecco la sensazionale scoperta:
trenta grotte scavate, scolpite e dipinte nella montagna fra il II sec.
a.C. e il VI d.C. Erano là ad aspettarlo da più di mille anni.
Essere qui ad Ajanta è altro che visitare un “Patrimonio dell’Umanità”;
si tratta di ammirare testimonianze che hanno letteralmente riscritto la
storia dell’arte, specie per quel che riguarda le tempere.
In
buona parte ben conservate, sono di una raffinatezza e di una maestria
stupefacenti per uso della prospettiva, complessità del disegno, impiego
del colore e ricerca espressiva.
Si entra nelle grotte a piedi
scalzi con piccole torce in mano e l’illuminazione rimane tenue perché
ci si sforza di preservarle. Indimenticabile!
30 aprile 2018
Ben più di altri luoghi, l’India non sa stare nelle foto. Riguardo le
mie dopo il lungo viaggio e ne trovo solo una porzione - quella più
artistica (anche se nei ricchi musei è vietato scattare fotografie) -
che è attraente sì, ma incapace di suggerire la complessità
dell’universo di modi, gesti, situazioni ed atmosfere che fanno la vita
di un giorno indiano. Credo sia un fatto spiegabile, almeno in parte,
con le moltitudini - non solo umane - che popolano il Paese.
Circondati
da più di un miliardo e trecento milioni di abitanti è impossibile
sentirsi soli in India; e quando lo si è per davvero, anche per poche
ore, è un fatto intimamente assordante.
Fra gli incontri di questa
seconda volta il più inaspettato è Raji. Ha un piccolo negozio di
tessuti in una viuzza vicino al mercato del latte, a Varanasi, e pure
qualche contatto col commercio estero. Gli affari vanno finalmente bene
grazie ad un rito di magia nera consumato in una baracca sulla secca del
Gange e riguardo al quale è giusto non riferire altro. Indossa una
camicia di lino verde muschio e un paio di jeans a zampa. È un fuscello
di 32 kg, uno per ogni anno di età. A nove è rimasto orfano di padre. È
analfabeta e parla sei lingue, da sommare a un paio di quelle indiane:
inglese, francese, spagnolo, italiano, ebraico, giapponese. “Ma come hai
fatto?” - “Per strada, ascoltando e frequentando la gente”. Quest’anno
sua figlia va a scuola e così lui ha deciso di imparare a leggere e a
scrivere con lei. La bambina ha un bellissimo taglio degli occhi e,
interrogata, dice il nome proprio accompagnandolo subito con quello
della casta.
Raji parla, racconta, misurando con lo sguardo
espressioni di fierezza e di umiltà, senza piaggeria. Il passo è sicuro
tra le vie di una città impossibile che lui non ha mai lasciato.
Talvolta sorride mostrando i denti scuriti dal betel. Di Raji e di sua figlia non ho
foto. Restano le parole e i ricordi perché questa è una delle tante
Indie.
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Tomba di Isa Khan Niazi (costruita fra 1547 e 1548), nobile combattente alla corte di Islam Shah Suri. Si trova nell'area del
mausoleo di Humayun (Delhi) |
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Particolare delle tettoie e dei pannelli smaltati che adornano la tomba di Isa Khan Niazi (costruita fra 1547 e 1548), Delhi |
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Parte delle mura che cingono la tomba di Isa Khan Niazi e la moschea che reca il suo nome (Delhi) |
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Particolare della tomba di Isa Khan Niazi (1547-1548), Delhi |
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Sulla volta della tomba di Isa Khan Niazi (costruita fra 1547 e 1548), Delhi |
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All'interno della tomba di Isa Khan Niazi (costruita fra 1547 e 1548), Delhi |
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Dalla tomba di Isa Khan Niazi (1547-1548), guardando la moschea che porta il suo nome e le è contemporanea (Delhi) |
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Sotto la cupola in blocchi di arenaria rossa nella moschea di Isa Khan Niazi (metà XVI secolo), Delhi |
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In preghiera e in conversazione nei giardini che circondano la tomba e la moschea di Isa Khan Niazi (metà XVI secolo), Delhi |
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Dal giardino a chahar bagh ("quattro giardini"), guardando la tomba di Humayun (1562), Delhi |
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Facciata della tomba di Humayun (1562), in marmo e arenaria rossa. Al centro, l'iwan, i chatris (pagode) e i piccoli minareti che circondano la cupola in marmo bianco (Delhi) |
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Salendo alla tomba di Humayun (1562), Delhi |
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Particolare di uno degli ingressi laterali della tomba di Humayun (1562), Delhi |
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Interno della tomba di Humayun (1562), Delhi |
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Dalla tomba di Humayun (1562) guardando il giardino a chahar bagh ("quattro giardini"), Delhi |
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Dal giardino, parte delle cinquantasei celle circostanti la tomba di Humayun (1562) che ospitano più di cento feretri (Delhi) |
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Altra visuale dal giardino per guardare parte delle cinquantasei celle circostanti la tomba di Humayun (1562) che ospitano più di cento feretri (Delhi) |
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Nel santuario (Dargah) Hazrat Nizam-ud-din (1562), Delhi |
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Nel santuario (Dargah) Hazrat Nizam-ud-din (1562), Delhi |
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Nel santuario (Dargah) Hazrat Nizam-ud-din (1562), Delhi |
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Nel santuario (Dargah) Hazrat Nizam-ud-din (1562), Delhi |
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La facciata del tempio Govind Dev Ji, a Vrindavan (1590). Arenaria rossa. |
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Elementi decorativi di una colonna nel tempio Govind Dev Ji, a Vrindavan (1590), in arenaria rossa. Saccheggiato nel 1670 durante in regno di Aurangzeb, ora il tempio che fu di sette piani ne mantiene solo tre. |
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Il frontone che decora l'accesso al luogo più sacro del tempio Govind Dev Ji, a Vrindavan (1590). Arenaria rossa. |
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Il soffitto della sala principale del tempio Govind Dev Ji, a Vrindavan (1590), è decorato con un imponente fiore di loto. Arenaria rossa. |
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Le colonne che sostengono una delle sale laterali del tempio Govind Dev Ji, a Vrindavan (1590). Arenaria rossa. |
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Guardando l'ultimo ordine di archi nel tempio Govind Dev Ji, a Vrindavan (1590). Arenaria rossa. |
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Dalle alte mura che circondano il Sri Rangnath Ji (1851), in stile draviniano, a Vrindavan |
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Il gopuram alto sette piani nel Sri Rangnath Ji (1851), in stile draviniano, a Vrindavan, sul quale sono state decorate le storie di Krishna e Rama. |
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Nei pressi del ghat di Mathura, sul fiume Yamuna. |
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Nei pressi del ghat di Mathura, sul fiume Yamuna. |
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Sulla strada per Sikandra |
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Nei giardini che circondano il mausoleo di Akbar il Grande, costruito fra 1605-1613 a Sikandra |
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Particolare di una delle porte che danno accesso all'area del mausoleo di Akbar il Grande, costruito fra 1605-1613 a Sikandra |
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L'ingresso principale al viale che conduce al mausoleo di Akbar il Grande, costruito fra 1605-1613 a Sikandra |
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Particolare dell'ingresso principale che conduce al mausoleo di Akbar il Grande, costruito fra 1605-1613 a Sikandra. Marmo bianco, pietre dure e arenaria rossa. |
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Sulla parete dell'ingresso centrale che conduce al mausoleo di Akbar il Grande, costruito fra 1605-1613 a Sikandra. Marmo bianco, pietre dure e arenaria rossa. |
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Avvicinandosi al corpo centrale del mausoleo di Akbar il Grande, costruito fra 1605-1613 a Sikandra, col suo chhatris su tre livelli sormontato da un'altra struttura in marmo bianco. |
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Difronte al corpo centrale del mausoleo di Akbar il Grande, costruito fra 1605-1613 a Sikandra, col suo chhatris su tre livelli sormontato da un'altra struttura in marmo bianco. |
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Particolare della facciata del mausoleo di Akbar il Grande, costruito fra 1605-1613 a Sikandra. L'iwan centrale è decorato da elementi geometrici in marmo e arenaria. |
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Il corpo centrale del mausoleo di Akbar il Grande, costruito fra 1605-1613 a Sikandra. Qui si scorgono meglio i chhatris su tre livelli così come le balconate in marmo bianco. |
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Cenotafio di Akbar nel suo mausoleo, costruito fra 1605-1613 a Sikandra. La tomba vera e propria è situata più all'interno della struttura, nel basamento del mausoleo. |
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La tomba di Akbar il Grande, in semplice marmo bianco, è situata all'interno della struttura del mausoleo, nel suo basamento (Sikandra) |
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Particolare del soffitto della tomba di Akbar il Grande, costruita fra 1605-1613 a Sikandra |
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Fra le volte che circondano l'esterno del mausoleo di Akbar il Grande, costruito fra 1605-1613 a Sikandra. |
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Gazzelle nei giardini che circondano tutto intorno l'area del mausoleo di Akbar il Grande, costruito fra 1605-1613 a Sikandra. |
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Presso l'edificio antistante il corpo centrale del mausoleo di Akbar il Grande, costruito fra 1605-1613 a Sikandra. Sul fondo dell'immagine gli elementi geometrici che decorano la facciata. |
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Particolare della facciata dell''edificio antistante il corpo centrale del mausoleo di Akbar il
Grande, costruito fra 1605-1613 a Sikandra. Gli
elementi geometrici che decorano la facciata sono tipici dell'arte persiana del XVII secolo. |
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Nei giardini del mausoleo di Akbar il
Grande, costruito fra 1605-1613 a Sikandra. |
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Il tradizionale pan masala, digestivo di ogni pasto indiano che si rispetti (Agra) |
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Taj Mahal ad Agra (1632) |
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Il portale principale del Taj Mahal (1632), Agra |
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Le cupole del Taj Mahal (1632). La più grande è alta 35 metri. |
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Sotto l'iwan centrale del Taj Mahal (1632), Agra |
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Il mausoleo visto da sotto l'ampio basamento (Agra) |
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Il mausoleo visto da sotto l'ampio basamento (Agra) |
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Il Tal Mahal osservato dal lato della mihman khana (casa degli ospiti) che sta alla sua sinistra (Agra) |
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L'imponente iwan centrale del Taj Mahal (Agra) |
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La cupola del Taj Mahal (1632), Agra |
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Sotto il muqarna dell'iwan centrale. Taj Mahal (1632), Agra |
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Guardando il jawab (o mihman khana) ad est del Taj Mahal |
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Davanti ad una delle nicchie del Taj Mahal (1632), Agra |
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Un particolare delle decorazioni che adornano l'iwan centrale |
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Le geometrie ottagonali del Taj Mahal (1632), Agra |
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Il mausoleo alla luce del mattino |
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L'hauz, vasca scavata nel 1610 in un monolite, usata per il bagno dell'imperatore Jahangir e oggi posta all'ingresso del suo palazzo (Agra)
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Dalle terrazze del palazzo di Jahangir di Agra si guarda il Tal Mahal, oltre la piana sulla quale scorre lo Yamuna |
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Nel cortile che affaccia sul Diwan-i-Khas, con fontane e giardino, nel palazzo di Shah Jahan costruito all'interno del Forte di Agra fra 1628 e 1635 |
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Particolare di uno degli elementi figurativi che adornano la Diwan-i-Khas nel palazzo di Shah Jahan all'interno del Forte di Agra (1628-1635). Il marmo bianco, tagliato in strato sottile, lascia intravedere la luce del sole. |
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La parete a muqarna con elementi figurativi che adornano la Diwan-i-Khas nel palazzo di Shah Jahan all'interno del Forte di Agra (1628-1635). Il
marmo bianco, tagliato in strato sottile, lascia intravedere la luce del
sole. |
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Fra i marmi bianchi della Diwan-i-Khas nel palazzo di Shah Jahan all'interno del forte di Agra (1628-1635) |
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La Musamman Burj (1632-1640) nel Forte di Agra |
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Una delle splendide colonne ornate della Musamman Burj (1632-1640) nel Forte di Agra |
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Interno della Musamman Burj (1632-1640) nel Forte di Agra |
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Nella Nagina Masjid (1635) del Forte di Agra, costruita per l'uso privato delle donne dell'harem da Shah Jahan |
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Le cupole della Nagina Masjid (1635) nel Forte di Agra, costruita per l'uso privato delle donne dell'harem da Shah Jahan |
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Nella Nagina Masjid (1635) del Forte di Agra, costruita per l'uso privato delle donne dell'harem da Shah Jahan |
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Nell'ampio cortile antistante la Diwan-i-Am (Sala delle Udienze Pubbliche), l'ampio padiglione usato da Shah Jahan per gli affari di Stato (Forte di Agra, Agra) |
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Nell'ampio cortile antistante la Diwan-i-Am (Sala delle Udienze
Pubbliche), l'ampio padiglione usato da Shah Jahan per gli affari di
Stato (Forte di Agra, Agra) |
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Nell'ampio cortile antistante la Diwan-i-Am (Sala delle Udienze
Pubbliche), l'ampio padiglione usato da Shah Jahan per gli affari di
Stato (Forte di Agra, Agra) |
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La pressa della canna da zucchero per ottenere il succo |
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L'imponente Buland Darwaza, alto 54 metri, costruito da Akbar nel 1573, è uno dei due ingressi alla Jami Mashid di Fatehpur Sikri |
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Le scalinate che conducono all'imponente Buland Darwaza, alto 54 metri, costruito da Akbar nel 1573; è
uno dei due ingressi alla Jami Mashid di Fatehpur Sikri |
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L'immenso cortile della Jami Mashid di Fatehpur Sikri (XVI secolo) |
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Sotto i portici della Jami Mashid di Fatehpur Sikri (XVI secolo) |
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Guardando il Buland Darwaza dalle grate del mausoleo di Islam Khan (XVI secolo), Fatehpur Sikri |
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Il lato interno del Buland Darwaza, alto 54 metri, costruito da Akbar nel 1573; è
uno dei due ingressi alla Jami Mashid di Fatehpur Sikri |
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Nel cortile della Jami Mashid di Fatehpur Sikri, dal lato delle tombe che stanno affianco al mausoleo di Islam Khan |
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Nel Jami Mashid di Fatehpur Sikri, visitando le tombe del mausoleo di Islam Khan |
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Nel Jami Mashid di Fatehpur Sikri, visitando le tombe del mausoleo di Islam Khan |
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Le decorazioni in marmo bianco che sorreggono il padiglione in cui si trova la tomba di Salim Chishti (XVI secolo) |
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I voti (fili di cotone rosso) sulle grate che proteggono la tomba di Salim Chishti (XVI secolo) nella Jami Mashid di Fatehpur Sikri |
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La tomba del mistico sufi Salim Chishti (XVI secolo) nella Jami Mashid di Fatehpur Sikri è sormontata da uno spettacolare baldacchino in legno di sandalo ricoperto di madreperla |
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Le grate che proteggono la tomba di Salim Chishti (XVI secolo) nella Jami Mashid di Fatehpur Sikri |
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Le grate che proteggono la tomba di Salim Chishti (XVI secolo) nella Jami Mashid di Fatehpur Sikri |
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Nelle sale di preghiera della moschea del Venerdì (Jami Mashid, Fatehpur Sikri) |
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Nelle sale di preghiera della moschea del Venerdì (Jami Mashid, Fatehpur Sikri) |
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Nelle sale di preghiera della moschea del Venerdì (Jami Mashid, Fatehpur Sikri) |
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L'elemento portante della sala delle udienze (Diwan-i-Khas) del palazzo reale di Fatehpur Sikri (1573). Arenaria rossa. |
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Guardando il Panch Mahal, quartiere femminile del palazzo reale di Fatehpur Sikri (1573), dalla casa dell'astrologo di corte. Arenaria rossa. |
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Le decorazioni in arenaria rossa sul portico della casa dell'astrologo nel palazzo reale di Fatehpur Sikri (1573) |
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Anoop Talao, la piscina nei pressi del palazzo privato dell'imperatore a Fatehpur Sikri (1573) |
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Il Taj Mahal visto al tramonto dal Mehtab Bagh (Agra) |
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Il Taj Mahal visto al tramonto dal Mehtab Bagh (Agra) |
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Il Taj Mahal visto al tramonto dai giardini del Mehtab Bagh (Agra) |
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Il Taj Mahal visto in compagnia al tramonto dai giardini del Mehtab Bagh (Agra) |
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Gli alti bastioni del Forte di Gwalior, con decorazioni di piastrelle turchesi (VIII secolo) |
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Gli alti bastioni del Forte di Gwalior, con decorazioni di piastrelle turchesi (VIII secolo) |
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Nella corte del palazzo di Man Singh a Gwalior, fatto costruire fra 1486 e 1516 |
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Un affaccio sulla città di Gwalior dal suo forte (VIII secolo) |
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Le concubine di Shiva scolpite nel fregio in marmo bianco nella sala al piano terreno che affaccia sul primo cortile del palazzo di Man Singh a Gwalior (XVI secolo) |
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La sala al piano
terreno che affaccia sul primo cortile del palazzo di Man Singh a
Gwalior (XVI secolo) |
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Una delle sculture rupestri giainiste che si incontrano lungo la salita al Forte di Gwalior e che risalgono al XV secolo |
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I tirthankar, fra le sculture rupestri giainiste che si incontrano lungo la salita al Forte di Gwalior e che risalgono al XV secolo |
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Per le strade di Orchha |
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Le architetture moghul nel centro della cittadina di Orchha |
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Per le strade di Orchha |
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Per le strade di Orchha |
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Per le strade di Orchha |
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Per le strade di Orchha |
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Le architetture della cittadina di Orchha: incontro tra l'arte hindu e quella moghul |
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Lo splendido cortile del palazzo di Jahangir ad Orchha (XVII secolo) |
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Lo splendido cortile del palazzo di Jahangir ad Orchha (XVII secolo) |
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Guardando cupola centrale e chhatri dalla splendido cortile del palazzo di Jahangir ad Orchha (XVII secolo) |
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La fusione fra architettura hindu e moghul nel palazzo di Jahangir ad Orchha (XVII secolo) |
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La fusione fra architettura hindu e moghul nel palazzo di Jahangir ad Orchha (XVII secolo) |
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Il soffitto decorato di una delle sale del Raj Mahal, costruito dal terzo raja Madhukar Shah (1554-1578) a Gwalior |
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Pittura muraria che rappresenta il dio Rama. Si trova nella stanza della maharani che affaccia sul secondo cortile del Raj Mahal, costruito dal terzo raja Madhukar Shah (1554-1578) a Gwalior |
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Pitture nella stanza della maharani che affaccia sul secondo cortile del Raj Mahal, costruito dal terzo raja Madhukar Shah (1554-1578) a Gwalior |
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Particolare delle pitture murarie nel cosiddetto tempio triangolare del Raj Mahal, costruito dal terzo raja Madhukar Shah (1554-1578) a Gwalior. Il dipinto rappresenta, al centro, Lakshmi, dea dell'abbondanza, della luce e della saggezza. |
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I cenotafi di Orchha. A destra dell'immagine, quello di Bir Singh Deo (XVII secolo) |
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L'alba alla Riserva di Panna, tra Orchha e Khajuraho, in attesa del risveglio della tigre |
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Il risveglio di una tigre della Riserva di Panna, tra Orchha e Khajuraho |
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Il fiume Ken che attraversa la Riserva di Panna |
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I langur della Riserva di Panna |
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I cerbiatti della Riserva di Panna |
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I langur della Riserva di Panna |
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Cervi e langur della Riserva di Panna |
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Nella Riserva di Panna |
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Sul fondo, il tempio Kaṇḍāriyā Mahādeva (XI sec) e, sul davanti, il tempio Parvati, entrambi parte del gruppo occidentale dei templi di Khajuraho |
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Particolare delle stupefacenti decorazioni sul cinghiale nel tempio di Varaha, dedicato a Vishnu (il cinghiale è sua incarnazione), e che fa parte del gruppo occidentale dei templi di Khajuraho. Arenaria, 900 d.C. |
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Particolare delle stupefacenti decorazioni sul
cinghiale nel tempio di Varaha, dedicato a Vishnu (il cinghiale è sua
incarnazione), e che fa parte del gruppo occidentale dei templi di
Khajuraho. Arenaria, 900 d.C. |
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Immagine frontale del cinghiale nel tempio di Varaha, dedicato a Vishnu (il cinghiale è sua
incarnazione), e che fa parte del gruppo occidentale dei templi di
Khajuraho. Arenaria, 900 d.C. |
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Una bella immagine di Ganesha sul tempio Lakshmi (XI sec. d.C.), che fa parte del gruppo occidentale dei templi di
Khajuraho. |
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Ai piedi del vasto tempio di Lakshmana (X secolo d.C.), parte fondamentale del gruppo occidentale dei templi di
Khajuraho. |
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Ai piedi del vasto tempio di Lakshmana (X secolo d.C.), parte fondamentale del gruppo occidentale dei templi di
Khajuraho. Nell'immagine si distinguono sia le apsara (ninfe danzati) che le nayka, ninfe morali che compiono la mezza torsione del busto. |
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Particolare erotico sul tempio di Lakshmana (X secolo d.C.), parte fondamentale del gruppo occidentale dei templi di
Khajuraho. Sono i mithuna raffigurati in posizioni erotiche. |
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Ampia visuale delle sculture che adornano il tempio di Lakshmana (X secolo d.C.), parte fondamentale del gruppo occidentale dei templi di
Khajuraho. |
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Altri particolari delle sculture che adornano tutto attorno il tempio di Lakshmana (X secolo d.C.), parte fondamentale del gruppo occidentale dei templi di
Khajuraho. |
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Girando attorno al tempio di Lakshmana (X secolo d.C.), parte fondamentale del gruppo occidentale dei templi di
Khajuraho. |
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Uno fra i tanti raffinatissimi particolari che adornano il tempio di Lakshmana (X secolo d.C.) a
Khajuraho: lo spinario. |
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Immagini sensuali e divine fra le sculture che adornano il tempio di Lakshmana (X secolo d.C.), parte fondamentale del gruppo occidentale dei templi di
Khajuraho. |
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Il lato est del tempio di Lakshmana (X secolo d.C.), parte fondamentale del gruppo occidentale dei templi di
Khajuraho. |
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Tra gli elefanti impettiti del tempio di Lakshmana (X secolo d.C.) a Khajuraho, ce n'è uno che cede alla tentazione di girare la testa per non perdersi una delle tante scene erotiche. |
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Gli equilibrismi erotici dei mithuna sulle parteti del Kaṇḍāriyā Mahādeva (XI sec) a Khajuraho |
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Ai piedi dell'imponente tempio Kaṇḍāriyā Mahādeva (1025-1050 d.C.) a Khajuraho, sul quale sono raffigurate ben 872 statue alte un metro. |
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Guardando verso l'alto il tempio Kaṇḍāriyā Mahādeva (1025-1050 d.C.) a Khajuraho. Il sikhara, la torre del tempio, è alta 31 metri. |
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La punta del sikhara in cima al tempio Kaṇḍāriyā Mahādeva (1025-1050 d.C.) a Khajuraho, adornato dalle sue 84 guglie. |
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La vertigine di stare ai piedi del tempio Kaṇḍāriyā Mahādeva (1025-1050 d.C.) a Khajuraho, adornato dalle sue 872 statue e sormontato da 84 guglie. |
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Guardando il profilo del tempio Devi Jagadambi a Khajuraho (X-XI secolo, al tramonto |
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La statua di Buddha nei giardini che circondano il monastero ed il tempio di Mulagandha Kuti Vihar (1931) a Sarnath |
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Lo splendido Buddha in legno di sandalo nel tempio giapponese di Sarnath |
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Sulla lunga strada verso Varanasi |
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Al Chaumsathi ghat di Varanasi |
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Al Chaumsathi ghat di Varanasi |
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Al Chaumsathi ghat di Varanasi |
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Al Chaumsathi ghat di Varanasi |
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In barca, guardando il Chaumsathi ghat di Varanasi |
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Sul Gange, a Varanasi |
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Una cremazione all'Harishandra ghat di Varanasi |
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Il Bachraj ghat di Varanasi |
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In barca sul Gange, a Varanasi |
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La cerimonia del ganga aarti con puja, falò e danze presso il Dashashwamedh ghat di Varanasi |
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A sera, presso il Dashashwamedh ghat di Varanasi |
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A sera, presso il Dashashwamedh ghat di Varanasi |
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A sera, presso il Dashashwamedh ghat di Varanasi |
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In barca, guardando verso il Darbhanga Mahal (1915) che affaccia sul Munshi ghat di Varanasi, all'alba |
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Alba sul Gange a Varanasi |
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L'alba sul Gange, a Varanasi |
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A pelo, sull'acqua del Gange (Varanasi) |
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In barca a remi sul Gange, all'alba (Varanasi) |
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Il trasporto di legna per le cremazioni all'Harishandra ghat di Varanasi |
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All'alba in barca sul Gange (Varanasi) |
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Guardando verso l'Harishandra ghat di Varansi |
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Più al largo, in barca a remi sul Gange (Varanasi), guardando il tratto meridionale dei ghat |
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Le attività all'alba presso il Lalita ghat di Varanasi |
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In barca a remi sul Gange (Varanasi), guardando il tratto meridionale dei ghat |
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Al Meer ghat di Varanasi |
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Al Meer ghat di Varanasi |
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Le imbarcazioni davanti al Man Mandir ghat, sul quale, a destra nell'immagine, si affaccia il palazzo costruito nel XVII secolo |
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Le abluzioni al Meer ghat di Varanasi |
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In preghiera vicino al Dashashwamedh ghat di Varanasi |
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Al Dashashwamedh ghat di Varanasi |
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Al Dashashwamedh ghat di Varanasi |
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Nelle acque davanti al Dashashwamedh ghat di Varanasi |
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I musulmani al Ganga ghat di Varanasi |
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Al Digpatiya ghat di Varanasi |
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Al Digpatiya ghat di Varanasi |
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Al Digpatiya ghat di Varanasi |
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Lingam in yogi presso un tempio fra i gali di Varanasi |
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Fra i gali di Varanasi |
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Fra i gali di Varanasi |
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Fra i gali di Varanasi |
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Fra i gali di Varanasi |
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Fra i gali di Varanasi |
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Torre gopuram sul tempio di Prnama consacrato a Shiva (Varanasi) |
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Statua ai piedi della torre gopuram sul tempio di Prnama consacrato a Shiva (Varanasi) |
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Torre gopuram sul tempio di Prnama consacrato a Shiva (Varanasi) |
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Torre gopuram sul tempio di Prnama consacrato a Shiva (Varanasi) |
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Allo Shivala ghat di Varanasi |
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Allo Shivala ghat di Varanasi |
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Allo Shivala ghat di Varanasi |
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Allo Shivala ghat di Varanasi |
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La Lorark Kund (acqua sacra per il corpo) a Varanasi |
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Al mercato dei fiori di Varanasi |
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Vicino ad un tempio di Shiva, a Varanasi |
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Alla porta di un tempio di Shiva, a Varanasi |
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Giocatori di cricket attorno a un tempio di Shiva, a Varanasi |
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Giocatori di cricket attorno a un tempio di Shiva, a Varanasi |
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Al mercato dei fiori di Varanasi |
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Al mercato dei fiori di Varanasi |
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Al mercato dei fiori di Varanasi |
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Al mercato dei fiori di Varanasi |
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Le rovine degli stupa votivi a Sarnath (III sec. a.C.) |
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Le rovine del santuario principale a Sarnath (III sec. a.C.), con vista sulla camera a sud |
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Le rovine del tempio Panchytan (III sec. a.C.) a Sarnath |
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Lo stupa Dharmarajika (III sec. a C.) a Sarnath segna il punto in cui Buddha pronunciò il suo primo sermone |
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Le decorazioni a motivi floreali e geometrici sullo stupa Dharmarajika (III sec. a C.) a Sarnath risalgono al V sec. d.C. |
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Alle spalle dell'Harishandra ghat di Varanasi per la pesa della legna utile alle cremazioni |
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Un'offerta votiva al Gange |
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Al Ganga ghat di Varanasi |
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Al Dashashwamedh ghat di Varanasi |
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Al Dashashwamedh ghat di Varanasi |
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La cena dei pellegrini a pochi passi dal Manikarnika ghat di Varanasi |
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Dal finestrino del treno diretto a Vidisha |
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Dal finestrino del treno diretto a Vidisha |
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Dal finestrino del treno diretto a Vidisha |
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Nella grotta n. 5 a Udaygiri, la figura di Vishnu nella sua terza incarnazione, quella di cinghiale (varaha) per salvare la Dea della Terra dal demone Hiranyaksha che la trascinava nel profondo oceano (epoca gupta, 382-401 d.C.) |
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Dei e Dee scolpite nel fregio in pietra rossa attorno alla grande figura di Vishnu. Si tratta sempre della grotta n. 5 a Udaygiri (epoca gupta, 382-401 d.C.) |
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Nella grotta n. 5 a Udaygiri, ai piedi di Vishnu nella sua terza incarnazione, quella di cinghiale (varaha), la Dea della Terra tratta in salvo dal demone Hiranyaksha che la trascinava nel profondo oceano (epoca gupta, 382-401 d.C.) |
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Nella grotta n. 6 a Udaygiri, la figura di Mahisasuramardini mentre lacera in due parti il bufalo (epoca gupta, 382-401 d.C.) |
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Dwarpal, Vishnu e Mahisasuramardini nella grotta n. 6 a Udaygiri (epoca gupta, 382-401 d.C.) |
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Il busto di Ekmukhalinga nella grotta detta veena a Udaygiri (epoca gupta, 382-401 d.C.) |
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Particolare del busto di Ekmukhalinga nella grotta detta veena a Udaygiri (epoca gupta, 382-401 d.C.) |
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Nella grotta n. 13 a Udaygiri, il grande bassorilievo di Vishnu disteso (sheshashayi Vishnu) sul Serpente residuo (epoca gupta, 382-401 d.C.) |
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Nella grotta di Kurama (Kartikeya) a Udaygiri, il dio della guerra stringe un danda (lancia ornamentale). Epoca gupta, 382-401 d.C. |
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Nella grotta n. 10 a Udaygiri, Vishnu come Narasimha (epoca gupta, 382-401 d.C.) |
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Nelle grotte di Udaygiri anche una splendida capigliatura leonia (epoca gupta, 382-401 d.C.) |
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Visuale delle grotte di Udaygiri (epoca gupta, 382-401 d.C.) |
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Visuale delle grotte di Udaygiri (epoca gupta, 382-401 d.C.) |
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Sulla collina di Sanchi, lo stupa n. 1 (Sanchi, III - I a.C.) |
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La processione reale sul torana della porta nord (Sanchi, III - I a.C.) dello stupa 1 |
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Il torana della porta nord dello stupa 1 (Sanchi, III - I a.C.) |
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Sul torana della porta nord nello stupa 1 (Sanchi, III - I a.C.) , il miracolo dell'albero di mango e Jetavana vihara |
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Otto elefanti sorreggono il torana della porta nord (Sanchi, III - I a.C.) nello stupa n. 1 |
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Particolare del pannello che simboleggia la nascita del Buddha sul torana della porta nord (Sanchi, III - I a.C.) nello stupa 1 |
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Il Miracolo del tempio del fuoco sul torana della porta est (Sanchi, III - I a.C.) nello stupa n. 1 |
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Il Miracolo della lana e del fuoco sul torana della porta est (Sanchi, III - I a.C.) nello stupa n. 1 |
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Il torana della porta ovest, spalle allo stupa 1 (Sanchi, III - I a.C.) |
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Particolare del torana della porta est, fronte allo stupa 1 (Sanchi, III - I a.C.). In alto, la grande partenza e, sotto, Ashoka visita l'albero della Bodhi |
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Il torana della porta nord, spalle allo stupa 1 (Sanchi, III - I a.C.) . La ruota della legge, danneggiata, è sorretta come gli architravi da elefanti. |
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Sulla balconata dello stupa 1 (Sanchi, III - I a.C.), guardando il torana ovest |
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Scene di rallegramento sui pannelli a lato del torana ovest, ingresso dello stupa 1 (Sanchi, III - I a.C.) |
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Scene di rallegramento sui pannelli a lato del torana ovest, ingresso dello stupa 1 (Sanchi, III - I a.C.) |
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Buddha resiste alla tentazione di Mara tra demoni in fuga e angeli esultanti sul torana ovest, ingresso dello stupa 1 (Sanchi, III - I a.C.) |
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La cupola dello stupa 1 a Sanchi (III sec. a.C.) |
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Alle spalle dello supa 1, due tronchi facenti parte della colonna 10 fatta erigere da Ashoka nel III sec. a.C. |
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I capitelli del tempio 17 (VII sec. d.C., Sanchi) |
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Il colonnato del tempio 18 (VII sec. d.C.) a Sanchi |
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Il basamento del monastero 51 a Sanchi (III sec. a.C.) |
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Guardando lo stupa 1 di Sanchi dal lato del torana nord (III - I a.C.) |
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Guardando lo stupa 1 di Sanchi dal lato del torana sud (III - I a.C.) |
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Sotto il torana dello stupa 3 a Sanchi (III - I a.C.) |
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Lo stupa 3 a Sanchi (III - I a.C.) |
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Particolare del frontone del torana che è ingresso allo stupa 3 a Sanchi (III - I a.C.) |
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Le figure naniformi che sostengono il torana ovest dello stupa 1. Sanchi (III - I a.C.) |
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I leoni che sostengono il torana sud dello stupa 1. Sanchi (III - I a.C.) |
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Sul frontone del torana sud ingresso dello stupa 1 a Sanchi (I a.C.), dall'alto, la nascita di Buddha, lo stupa di Ramagrama e nani con fiori di loto e ghirlande |
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Sotto al torana nord, ingresso dello stupa 1 a Sanchi (I a.C.) |
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Un particolare sul torana nord, ingresso dello stupa 1 a Sanchi (I a.C.) |
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Lo stupa 1 a Sanchi (III - I a.C.) |
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Per le strade di Ujjain |
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Sull'isola Vikram Teela ad Ujjain |
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Per le strade di Ujjain |
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Al Ram ghat di Ujjain |
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Per le strade di Ujjain |
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Al Ram ghat di Ujjain |
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Al Ram ghat di Ujjain |
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Al Ram ghat di Ujjain |
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Per le strade di Ujjain |
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L'osservatorio di Ujjain: Vedh Shala (1730) |
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Il forte di Dhar (XV secolo) |
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Nel forte di Dhar (XV secolo) |
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Architetture afgane nelle campagne attorno a Mandu |
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Alle pendici della collina su cui sorge il palazzo di Baz Bahadur (1509), Mandu |
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Il padiglione di Rupmati in cima al palazzo di Baz Bahadur (1509), Mandu |
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Tra le volte del palazzo di Baz Bahadur (1509), Mandu |
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Sposi nei giradini che circondano il palazzo di Baz Bahadur (1509), Mandu |
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Il padiglione di Rupmati in cima al palazzo di Baz Bahadur (1509), Mandu |
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Pianta di capperi nei giardini del palazzo di Baz Bahadur (1509), Mandu |
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Il padiglione di Rupmati in cima al palazzo di Baz Bahadur (1509), Mandu |
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Vista dal palazzo di Baz Bahadur (1509), Mandu |
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Fra le rovine del palazzo di Baz Bahadur (1509), Mandu |
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Fra le rovine del palazzo di Baz Bahadur (1509), Mandu |
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Fra le rovine del palazzo di Baz Bahadur (1509), Mandu |
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I baobab che circondano il palazzo di Baz Bahadur (1509), Mandu |
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I baobab che circondano il palazzo di Baz Bahadur (1509), Mandu |
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La Rewa Kund di Mandu |
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La Rewa Kund di Mandu |
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Nella Rewa Kund di Mandu |
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Nella Rewa Kund di Mandu |
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Per le strade di Mandu |
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La volta d'ingresso alla Jama Masjid di Mandu (1406-1454) |
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La Jama Masjid di Mandu (1406-1454) |
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Particolare del minbar nella Jama Masjid di Mandu (1406-1454) |
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Nella splendida Jama Masjid di Mandu (1406-1454) |
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Il minbar della Jama Masjid di Mandu (1406-1454) |
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Tra le volte della Jama Masjid di Mandu (1406-1454) |
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Il colonnato della tomba di Hoshang a Mandu (XV sec.) |
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Dal colonnato della tomba di Hoshang a Mandu (XV sec.), guardando il cenotafio vero e proprio in marmo bianco |
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La tomba di Hoshang a Mandu (XV sec.) |
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Le jali della tomba di Hoshang a Mandu (XV sec.) |
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Vista sulla tomba di Hoshang a Mandu (XV sec.) |
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La cupola della tomba di Hoshang a Mandu (XV sec.) sormontata dalla mezzaluna persiana |
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La cupola della tomba di Hoshang a Mandu (XV sec.) sormontata dalla mezzaluna persiana |
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Attorno alla tomba di Hoshang a Mandu (XV sec.) |
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Il portale d'ingresso all'Ashrafi Mahal di Mandu (XV sec.) |
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Fra le rovine dell'Ashrafi Mahal di Mandu (XV sec.) |
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Fra le rovine dell'Ashrafi Mahal di Mandu (XV sec.) |
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La tomba di Mahmud Khilji fra le rovine dell'Ashrafi Mahal di Mandu (XV sec.) |
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Nella piana antistante il Jahaz Mahal (palazzo della nave) risalente al XV secolo, a Mandu |
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Il coropo centrale del Jahaz Mahal (palazzo della nave) risalente al XV secolo, a Mandu |
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Nel museo ospitato dalle scuderie del Jahaz Mahal (palazzo della nave) risalente al XV secolo, a Mandu, questo Vishnu che riposa sul Serpente residuo (II sec. d.C.) |
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Sulle terrazze del Jahaz Mahal (palazzo della nave) risalente al XV secolo, a Mandu |
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Le vasche del Jahaz Mahal (palazzo della nave) risalente al XV secolo, a Mandu |
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Le vasche del Jahaz Mahal (palazzo della nave) risalente al XV secolo, a Mandu |
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Giardini e laghetto del Jahaz Mahal (palazzo della nave) risalente al XV secolo, a Mandu |
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Nel Jahaz Mahal (palazzo della nave) risalente al XV secolo, a Mandu |
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Sotto le volte della Hindola Mahal (XV secolo) a Mandu |
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Nei giardini del Jahaz Mahal (palazzo della nave) risalente al XV secolo, a Mandu |
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La facciata del Jahaz Mahal (palazzo della nave) risalente al XV secolo, a Mandu |
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Nel tempio giainista di Mandu |
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I tirthankar del tempio gianista di Mandu |
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Nel tempio gianista di Mandu |
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Haat, il mercato del sabato a Mandu |
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Haat, il mercato del sabato a Mandu |
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Haat, il mercato del sabato a Mandu |
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Haat, il mercato del sabato a Mandu |
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Per le strade di Maheshwar |
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Bastioni e tempio di Maheshwar (XVII-XVIII secolo) lungo il fiume Narmada |
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Il sikhara che sormonta il tempio risalente ai tempi della dinastia Holkar (XVIII secolo) e, accanto, parte dei giardini del palazzo di Maheshwar (XVIII secolo)
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L'ingresso al tempio risalente ai tempi della dinastia Holkar (XVIII secolo) a Maheshwar |
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A Maheshwar nel cortile sul quale si affacciano i due templi (XVIII secolo) |
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La scalinata che conduce al cortile dei due templi (XVIII secolo), Maheshwar |
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La scalinata che conduce dal ghat al cortile dei due templi (XVIII secolo), Maheshwar |
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Maheshwar (XVIII secolo) |
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Sul ghat di Maheshwar |
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Sul ghat di Maheshwar |
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Gli alti bastioni costruiti da Akbar a Maheshwar nel XVII secolo |
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Alla Rehwa Society di Maheshwar |
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Alla Rehwa Society di Maheshwar |
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Per le strade di Maheshwar |
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Per le strade di Maheshwar |
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Per le strade di Maheshwar |
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La vista sull'isola di Omkareshwar, fra i fiumi Narmada e Keveri |
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Per le strade dell'isola di Omkareshwar |
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Nel tempio Shri Omkar Mandhata a Omkareshwar |
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Nel tempio Shri Omkar Mandhata a Omkareshwar |
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Al ghat di Omkareshwar |
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Al ghat di Omkareshwar |
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Al ghat di Omkareshwar |
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Al ghat di Omkareshwar |
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Al ghat di Omkareshwar |
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Al ghat di Omkareshwar |
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Al ghat di Omkareshwar |
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Al ghat di Omkareshwar |
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Al ghat di Omkareshwar |
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Vista notturna dell'isola di Omkareshwar |
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Per le strade di Omkareshwar |
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Il tempio Gaudi Somnath (XI secolo) di Omkareshwar |
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Bassorilievi sul tempio Gaudi Somnath (XI secolo) di Omkareshwar |
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Bassorilievi sul tempio Gaudi Somnath (XI secolo) di Omkareshwar |
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Il tempio Gaudi Somnath (XI secolo) di Omkareshwar |
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Bassorilievi sul tempio Gaudi Somnath (XI secolo) di Omkareshwar |
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Il busto dell'alta statua di Shiva (30 m) sull'isola di Omkareshwar |
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La salita al tempio Gaudi Somnath sull'isola di Omkareshwar |
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Dalla sponda, la salita al tempio Gaudi Somnath sull'isola di Omkareshwar |
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Panorama su parte delle grotte di Ajanta (II a.C. - VI sec. d.C.) |
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Panorama su parte delle grotte di Ajanta (II a.C. - VI sec. d.C.) | | | |
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Nella grotta n. 1 ad Ajanta (un vihara), pareti murali (V sec. d.C.) |
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Nella grotta n. 1 ad Ajanta (un vihara), pareti murali (V sec. d.C.) |
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Nella grotta n. 1 ad Ajanta (un vihara), pareti murali (V sec. d.C.): alla destra, la figura del bodhissatva Padmapani |
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Nella grotta n. 1 ad Ajanta (un vihara), Buddha seduto (V sec. d.C.) |
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I capitelli della grotta n. 1 ad Ajanta (un vihara) |
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Le colonne della grotta n. 1 ad Ajanta (un vihara) |
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Scene dai racconti Jataka nella grotta n. 2 ad Ajanta (un vihara), V sec. d.C. |
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Scene dai racconti Jataka nella grotta n. 2 ad Ajanta (un vihara), V sec. d.C. |
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Nella grotta n. 2 ad Ajanta (un vihara), V sec. d.C. |
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Scene dai racconti Jataka nella grotta n. 2 ad Ajanta (un vihara), V sec. d.C. |
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Nella grotta n. 2 ad Ajanta (un vihara), V sec. d.C. |
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Le decorazioni floreali e quelle parietali della grotta n. 2 ad Ajanta (un vihara), V sec. d.C. |
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Le decorazioni floreali della grotta n. 2 ad Ajanta (un vihara), V sec. d.C. |
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Le decorazioni floreali e quelle parietali della grotta n. 2 ad Ajanta (un vihara), V sec. d.C. |
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Scene dai racconti Jataka nella grotta n. 2 ad Ajanta (un vihara), V sec. d.C. |
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Partcolare delle decorazioni floreali nella grotta n. 2 ad Ajanta (un vihara), V sec. d.C. |
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La grotta n. 4 ad Ajanta è un altro vihara |
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I Buddha della grotta n. 4 ad Ajanta |
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Al piano inferiore della grotta n. 6 di Ajanta |
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Al piano inferiore della grotta n. 6 di Ajanta |
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Al piano superiore della grotta n. 6 di Ajanta si trovano le celle con porte ornate da dipinti |
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Il passaggio che immette al piano superiore della grotta n. 6 di Ajanta |
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Il Buddha seduto della grotta n. 6 di Ajanta |
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La facciata della grotta n. 9 di Ajanta, un chaitya, che risale al primo periodo buddhista |
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Interno della grotta n. 9 di Ajanta, un chaitya, che risale al primo periodo buddhista |
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Le figure dorate della grotta n. 9 di Ajanta, un chaitya, che risale al primo periodo buddhista |
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Nella grotta n. 9 di Ajanta, un chaitya, che risale al primo periodo buddhista |
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Figure parietali della grotta n. 9 di Ajanta, un chaitya, che risale al primo periodo buddhista |
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Nella grotta n. 9 di Ajanta, un chaitya, che risale al primo periodo buddhista |
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Nella grotta n. 10 di Ajanta, un chaitya, che risale al primo periodo buddhista |
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Nella grotta n. 10 di Ajanta, un chaitya, che risale al primo periodo buddhista |
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All'ingresso della grotta n. 16 di Ajanta |
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Aggiunta successiva all'ingresso della grotta n. 16 di Ajanta |
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Nella grotta n. 10 di Ajanta (200 a.C.) |
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Nella grotta n. 15 di Ajanta |
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Nella grotta n. 15 di Ajanta | | | | | | | | | | | | |
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Affaccio sulle grotte di Ajanta |
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Decorazioni parietali della grotta n.16 ad Ajanta |
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Illustrazioni parietali della grotta n.16 ad Ajanta |
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Illustrazioni parietali della grotta n.16 ad Ajanta |
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Illustrazioni parietali della grotta n.16 ad Ajanta |
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Illustrazioni parietali della grotta n.16 ad Ajanta |
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Illustrazioni parietali della grotta n.17 ad Ajanta |
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Nella grotta n.17 ad Ajanta |
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Nella grotta n.19 ad Ajanta |
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Nella grotta n.19 ad Ajanta |
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Nella grotta n.19 ad Ajanta |
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Nella grotta n.19 ad Ajanta |
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La grotta n.19 ad Ajanta |
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Nella grotta n. 21 ad Ajanta |
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Nella grotta n. 21 ad Ajanta |
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Nella grotta n. 21 ad Ajanta |
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Particolare del Buddha sdraiato che si prepara a raggiungere il Nirvana nella grotta n. 26 ad Ajanta |
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La facciata della grotta n. 26 ad Ajanta |
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Sulla facciata della grotta n. 26 ad Ajanta |
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Nella grotta n. 26 ad Ajanta |
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Il Buddha sdraiato della grotta n. 26 ad Ajanta |
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Accanto alla facciata della grotta n. 26 ad Ajanta |
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Nella grotta n. 26 ad Ajanta |
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Nella grotta n. 26 ad Ajanta |
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Ingresso nel tempio Kailasa ad Ellora (760 d.C.) |
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Bassorilievi nel tempio Kailasa ad Ellora (760 d.C.) |
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Bassorilievi nel tempio Kailasa ad Ellora (760 d.C.) |
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Bassorilievi nel tempio Kailasa ad Ellora (760 d.C.) |
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Bassorilievi nel tempio Kailasa ad Ellora (760 d.C.) |
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Bassorilievi nel tempio Kailasa ad Ellora (760 d.C.) |
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Un colonnato nel tempio Kailasa ad Ellora (760 d.C.) |
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Vista sulla corte del tempio Kailasa ad Ellora (760 d.C.) |
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Un colonnato nel tempio Kailasa ad Ellora (760 d.C.) |
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Il corpo centrale del tempio Kailasa ad Ellora (760 d.C.) difeso da poderosi elefanti |
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Il corpo centrale del tempio Kailasa ad Ellora (760 d.C.) difeso da poderosi elefanti |
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Il corpo centrale del tempio Kailasa ad Ellora (760 d.C.) |
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Bassorilievi del tempio Kailasa ad Ellora (760 d.C.) |
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Il corpo centrale del tempio Kailasa ad Ellora (760 d.C.) |
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Bassorilievi del tempio Kailasa ad Ellora (760 d.C.) |
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Bassorilievi del tempio Kailasa ad Ellora (760 d.C.) |
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Bassorilievi del tempio Kailasa ad Ellora (760 d.C.) |
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Il fronte destro del tempio Kailasa ad Ellora (760 d.C.) |
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Particolare del fronte sinistro del tempio Kailasa ad Ellora (760 d.C.) |
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Bassorilievi del tempio Kailasa ad Ellora (760 d.C.) |
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Pitture murali del tempio Kailasa ad Ellora (760 d.C.) |
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Il fiore di loto che orna la sala centrale del tempio Kailasa ad Ellora (760 d.C.) |
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Pitture murali del tempio Kailasa ad Ellora (760 d.C.) |
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Il fiore di loto che orna la sala centrale del tempio Kailasa ad Ellora (760 d.C.) |
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Bassorilievi del tempio Kailasa ad Ellora (760 d.C.) |
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Bassorilievi del tempio Kailasa ad Ellora (760 d.C.) |
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La vista sul tempio Kailasa ad Ellora (760 d.C.) lungo il perimetro superiore della 'grotta' |
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La vista sul tempio Kailasa ad Ellora (760 d.C.) lungo il perimetro superiore della 'grotta' |
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La vista sul tempio Kailasa ad Ellora (760 d.C.) lungo il perimetro superiore della 'grotta' |
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La vista sul tempio Kailasa ad Ellora (760 d.C.) lungo il perimetro superiore della 'grotta' |
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La vista sul tempio Kailasa ad Ellora (760 d.C.) lungo il perimetro superiore della 'grotta' |
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La vista sul tempio Kailasa ad Ellora (760 d.C.) lungo il perimetro superiore della 'grotta' |
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Esterno della grotta n. 12 (Tin Thal) di Ellora |
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Interno della grotta n. 15 (Das Avatara) di Ellora |
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Il Buddha della grotta n. 10, che è un chaitya (Ellora) |
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Facciata della grotta n. 29 ad Ellora |
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Esterno della grotta n. 12 (Tin Thal) di Ellora |
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Affaccio sulla grotta n. 29 ad Ellora |
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Uscendo dalla grotta n. 29 ad Ellora |
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Bassorilievo sulla grotta n. 29 ad Ellora |
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Nella grotta n. 10, che è un chaitya (Ellora) |
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Bassorilievi della grotta n. 21 ad Ellora (Rameshavra), VII d.C. |
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Bassorilievi della grotta n. 21 ad Ellora (Rameshavra), VII d.C. |
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Bassorilievi della grotta n. 21 ad Ellora (Rameshavra), VII d.C. |
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Nella cittadina-fortezza di Daulatabad, oggi in rovina (XII secolo). la torre della Vittoria (Chand Minar) è alta 60 metri (1435). |
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Nella cittadina-fortezza di Daulatabad, oggi in rovina (XII secolo) |
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Alla stazione di Aurangabad |
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La facciata del Taj Mahal Palace di Mumbai (1903) |
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La scalinata centrale del Taj Mahal Palace di Mumbai (1903) |
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Nel Taj Mahal Palace di Mumbai (1903) |
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La Gateway of India (1911), Mumbai |
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La Gateway of India (1911), Mumbai |
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Il perimetro della baraccopoli di Mumbai: Dharavi |
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Il perimetro della baraccopoli di Mumbai: Dharavi |
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Il perimetro della baraccopoli di Mumbai: Dharavi |
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Verso i quatrieri settentrionali di Mumbai |
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Il lavatoio di Mahalaxmi (Mumbai) |
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Il lavatoio di Mahalaxmi (Mumbai) |
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Il lavatoio di Mahalaxmi (Mumbai) |
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Il lavatoio di Mahalaxmi (Mumbai) |
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Il lavatoio di Mahalaxmi (Mumbai) |
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Victoria Terminus, oggi ribattezzato Chhatrapati Shivaji Terminus, inaugurata nel 1887 (Mumbai) |
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Nel Victoria Terminus, oggi ribattezzato Chhatrapati Shivaji Terminus, inaugurato nel 1887 (Mumbai) |
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Victoria Terminus, oggi ribattezzato Chhatrapati Shivaji Terminus, inaugurata nel 1887 (Mumbai) |
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Uno storico Double-decker vicino al Victoria Terminus, oggi ribattezzato Chhatrapati Shivaji Terminus, inaugurato nel 1887 (Mumbai) |
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Dalle parti del Nagar Chowk (Mumbai) |
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Al Nagar Chowk (Mumbai) |
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Al Nagar Chowk (Mumbai) |
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Al Nagar Chowk (Mumbai) |
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