È l'opera prima di un regista da tenere d'occhio, incentrata sul conflitto tra una classe e un professore in cui rivive la lezione inestimabile dell'umanesimo occidentale di Mann, asciutta perché sincera; qui siamo in Slovenia, nel cuore di un'Europa in disgregazione. E il Bildungsroman si replica così tra le mura di quell'impareggiabile fucina di anime e cataclismi che è la scuola; romanzo d'educazione, ben più che di formazione; educazione alla responsabilità dolorosa della propria coscienza contro incoscienze felici, e mostruose. Un film semiautobiografico, didattico, forse persino troppo nel cercare a tutti i costi la quadratura del cerchio; ma quella di Biček è una didattica d'autore, e dunque da intendersi nell'accezione più nobile, greca. La macchina da presa portata a mano si muove senza fighettismi, calibrata su azioni e stati d'animo con tempi esatti, sapendo cosa lasciare al buio per lo spettatore. Certo è un regista che ha studiato i capolavori di Haneke.
Nessun commento:
Posta un commento