Per trovare un romanzo che con tale radicalità costringa il lettore alle domande più insopprimibili dell’essere umano bisogna rivolgersi ai russi e poi ricordare che là questo non avviene con altrettanta asciuttezza e prossimità dialettica.
Di più. Per incontrare un romanzo di forza espressiva ad esso paragonabile ci vorrebbe qualcosa come Wuthering Heights. E dire che lo avevo trascurato! Ora che sto terminando quanto mi mancava del ciclo di Zola eccolo dunque letto e amato immensamente.
I personaggi sono appena un pugno e la vicenda si dipana difronte al mare in meno di tre lustri: è quasi la durata della vita di una gatta che con l’oceano è il solo soggetto compiutamente salvo del romanzo. Perché salvato da Zola che lo preserva dalle velleità e dai dolori avvertiti nella viva carne (quando il cuore e mente già non diano strazio) degli Chanteau padre, madre, figlio, nipote, nuora e serva; a lei è riservato un colpo di coda tipico del grande romanziere, forse mai come questa volta in pari grado ironicamente feroce.
E poi dove altrimenti trovare una ricognizione così fondata di quello che impropriamente chiamiamo “sacrificio per amore” e che non è altro se non abnegazione alle proprie sincere, autorivelate necessità?
Fra le foto, anche immagini di un’edizione italiana che compie i cento anni e che appartiene alla biblioteca di famiglia.
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