«Ci troveremo difronte a concetti che costringeranno la nostra mente e la nostra immaginazione a tradurre in immagini queste cose assolutamente impalpabili [la smaterializzazione della materia], che avranno influenza su quelli che sono i rapporti umani.»
È sconvolgente quest'intervista; risale al 1985 (data corretta). In pochi minuti, Michelangelo Antonioni - davvero l'artefice del nuovo cinema - prefigura il cinema del futuro: quello digitale. Il suo genio, sulla scorta dei prototipi americani e giapponesi in uso all'epoca, precorreva internet, la fruizione domestica dei film e la produzione di immagini in 3D; era profondamente affascinato da tutto questo.
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