lunedì 23 maggio 2016
Al di là delle montagne
Essere nel presente immaginando il futuro nella relazione col passato, specie con quello prossimo, è certo la qualità più esaltante del nuovo film di Jia Zhangke; un lavoro profondamente immerso nel dibattito di oggi, che ruota attorno alle identità e al loro smarrimento nell'orizzonte mondializzato.
Il vuoto prodotto dall'esodo; la tradizione intesa come identità, e quindi come umanità interrotta. Non c'è forse luogo più adatto per provocare queste dimensioni se non la Cina, e una delle sue tante - future o presenti - estensioni.
Colpisce in Al di là delle montagne una frase pronunciata dall'insegnante di Dollar: «Il tempo non cancella tutto. Questo mi ha insegnato il tempo». È un richiamo alla dimensione del limite, in questo caso di quello temporale (lo spazio di un'esistenza, col proprio vissuto di ricordi, traumi), laddove le barriere territoriali parrebbero non rappresentare più un ostacolo. E poi la libertà, il cui concetto è sempre relativo, come - con un paradosso - ci ricorda Zhang: la libertà, intesa come facoltà di acquistare armi in Australia anche se non si ha nessuno a cui sparare, confrontata con la difficoltà di reperire una pistola in Cina, laddove il personaggio ha lasciato i propri nemici. Ma sono anche altre le suggestioni che provengono dal film, a cominciare da quelle declinate dal tema della madre (che, nell'ultima parte, si colora con più di una sfumatura incestuosa), a quelle che ruotano attorno al tema dell'emigrazione e del capitale; quest'ultimo sviluppato a partire dalla sua radice più profonda, e cioè da una prevaricazione sul sentimento.
Raccontare una mutazione e spingersi ad immaginare un futuro estremamente prossimo (2025) che ha tanto in comune col presente: paiono questi, al di là della contaminazione fra fiction e documentario, tra tecnica digitale ed immagine 'sporca', i punti di forza del nuovo film di Jia Zhangke.
Dopo la visione si trattiene con sé lo sguardo smarrito di Tao, la fragilità di un'umanità assorbita nelle metamorfosi capitaliste, sottomessa a volontà che pare trascenderla. È anche uno smarrimento delle emozioni: soltanto la presa di coscienza e lo sguardo critico del regista possono provocare nello spettatore una volontà di riscatto.
venerdì 13 maggio 2016
Interludio iraniano
Ogni segreto che alberga nel cuore del Saggio
più ascoso e più fondo rimanga che la mai vista Fenice.
Per esser fonda e nascosta nel cuor di conchiglia
diventa perla la goccia, mistero del cuore del mare.
Omar Khayyam
(traduzione di Alessandro Bausani)
Quando in Iran non si viaggia col naso in su e la bocca aperta per lo stupore è perché lo sguardo è impegnato ad abbracciare i cortili di palazzi, moschee, e gli orizzonti di deserti e montagne.
Il popolo iraniano, fiero e curioso al tempo stesso, coltiva un gusto squisito per il piacere e la bellezza, per la cortesia e l'educazione; impegnato com'è a guadagnarsi faticosamente gli spazi della propria libertà, non trova modo per ribattere alla propaganda estera che lo vorrebbe assimilabile ad accolite di fanatici.
Fotografie scattate a: Tehran, Qom, Kashan, Abyaneh, Natanz, Esfahan, Na'in, Meybod, Yazd, Zein-o-Din, Saryazd, Kerman, Bam, Rayen, Mahan, Kalout-Shahdad, Meymand, Shiraz, Persepoli, Naqsh-e Rostam, Pasargade. Un viaggio lungo 4350 km.
Per le strade del centro (Tehran) |
Ali
Khamenei ed un martire (Tehran)
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Presso
la Torre Azadi (1971), Tehran
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La Sala degli Specchi (Talar-e Alyaheh) costruita fra 1874 e 1877 (Palazzo Golestan, Tehran) |
L'omaggio a Dario I (da Persepoli), Museo Nazionale dell'Iran, Tehran |
Per
le strade del centro (Tehran)
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Nel Santuario di Qom (Harzat-e Masumeh; IX-XIX sec.) |
Ayatollah,
esponente più alto nella gerarchia religiosa sciita, indossa il
turbante nero ('imama') presso il santuario di Qom (Harzat-e Masumeh;
IX-XIX sec.)
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Santuario
di Qom (Harzat-e Masumeh; IX-XIX sec.)
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Dipinto
in una delle logge del padiglione ricreativo nel Bagh-e Fin (1590), a
Kashan. È
il più antico giardino esistente in Iran [Unesco]
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A Kashan, nella Khan-e Tabatabaei (casa di Tabatabaei), 1880. I batacchi, quello di destra riservato agli uomini e quello di sinistra alle donne, producono rumori diversi. |
A
Kashan, nella Khan-e Tabatabaei (casa di Tabatabei), 1880. Vetro e
stucco nel 'biruni' (zona esterna adibita allo svago)
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Vetrate istoriate nella Khan-e Tabatabei (casa di Tabatabei), 1880 (Kashan) |
Nell'hammam
del sultano Amir Ahmad (XVI sec.), Kashan
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Nell'hammam
del sultano Amir Ahmad (XVI sec.), Kashan
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Sul
tetto dell'hammam del sultano Amir Ahmad (XVI sec.), Kashan
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Nella
Khan-e Ameriha (XVIII sec.), Kashan
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Nel bazar di Kashan, un sacco di borragine |
Nel
bazar di Kashan
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Nel
bazar di Kashan
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Presso
il negozio di un antiquario che affaccia sul Khan Amin al-Dowleh
Timche (1868), caravanserraglio nel bazar di Kashan
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Khan Amin al-Dowleh Timche (1868), caravanserraglio nel bazar di Kashan |
Casa
tradizionale (Dost) a Kashan
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Cesto
di pane (‘sangak') servito nella casa tradizionale Noghli, a Kashan
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Lontani discendenti di Gengis Khan attendono il turno di lavoro presso una casa tradizionale a Kashan |
Masjed-e
Agha Bozorg (XVIII sec.), a Kashan
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Masjed-e
Agha Bozorg (XVIII sec.), a Kashan
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'Mihrab'
della Masjed-e Agha Bozorg (XVIII sec.), a Kashan
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Sulla
strada verso Abyaneh, nei monti Zardkouh, l'immagine di uno dei tanti
combattenti nella guerra Iraq-Iran, sempre all'ingresso di villaggi e
città.
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Abyaneh
(alt. 2235 m)
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Carro
da processione per il giorno di 'Ashura' (Abyaneh)
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Per
i vicoli di Abyaneh
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Intonaco
di fango rosso e paglia (Abyaneh)
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La
cupola conica della trecentesca Imamzadeh-ye Yahya (XIV sec.),
Abyaneh
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Per
i vicoli di Abyaneh
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Per
i vicoli di Abyaneh
|
Per
i vicoli di Abyaneh
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Un
ovile interrato sui monti Zardkouh
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Sulla
facciata della Masjed-e Jameh (Moschea del Jameh), inizi del XIV sec.
(epoca ikhanide) nella cittadina di Natanz, alle pendici del monte
Karkas (3899 m)
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'Muqarna' all'ingresso della Masjed-e Jameh (Moschea del Jameh), inizi del XIV sec. (epoca ikhanide) nella cittadina di Natanz, alle pendici del monte Karkas (3899 m) |
Nell'Imamzadeh-ye
Abd al-Samad, mausoleo (inizi XIV sec.) che custodisce le spoglie di
un sufi dell'XI sec. (Natanz)
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Soffitto
dell'Imamzadeh-ye Abd al-Samad, a Natanz (inizi XIV sec.). 'Muqarna'
ornano il soffitto.
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Motivi
calligrafici di tipo 'sols' (linee curve e oblique; ogni lettera
inclinata di un terzo) ornano l'Imamzadeh-ye Abd al-Samad (inizi XIV
sec.), a Natanz
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Bottega
di ceramica tradizionale (Abbas Ebadi, Natanz)
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Sulla
Naqsh-e Jahan, guardando la Masjed-e Shah (1611), Esfahan [Unesco]
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Ad
Esfahan, dalla piazza (Naqsh-e Jahan) guardando la Masjed-e Shah
(1611) [Unesco]
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Giocare
sulla Naqsh-e Jahan, guardando la cupola della Masjed-e Sheikh
Lotfollah (1602-1619), Esfahan [Unesco]
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Sulla
Naqsh-e Jahan, guardando facciata e cupola della Masjed-e Sheikh
Lotfollah (1602-1619), Esfahan [Unesco]
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Interno
della Masjed-e Jameh, Moschea del Venerdì (XI-XV sec.) ad Esfahan.
Epoca selgiuchide, cupola Taj-al Mulk nell'iwan settentrionale,
costruita nel 1088-9. [Unesco]
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Interno
della Masjed-e Jameh (XI-XV sec.) ad Esfahan. Cupola Taj-al Mulk
nell'iwan settentrionale, costruita nel 1088-9. [Unesco]
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Modanature
a forma di stalattite ('muqarna') nell'iwan meridionale della
Masjed-e Jameh (XV sec., ad Esfahan). [Unesco]
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Iwan
del lato meridionale (Masjed-e Jameh, XV sec., ad Esfahan). [Unesco]
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Guardando
il cortile della Masjed-e Jameh (Esfahan). In primo piano, due 'mohr'
(sigilli), usati per la preghiera sciita [Unesco]
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Sale invernali di preghiera nella Masjed-e Jameh, XV sec., ad Esfahan [Unesco] |
Un
minareto dell'iwan meridionale (Masjed-e Jameh, XV sec., ad Esfahan).
[Unesco]
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Alla Giustizia e alla sua bilancia fu, nei secoli, vietato di perseguire i colpevoli nella Masjed-e Jameh. Uscita dalla parte dell'iwan meridionale (XV sec., Esfahan) [Unesco] |
Rovine
del Ateshkadeh-ye Esfahan (Tempio del fuoco zoroastriano) ad Esfahan.
Epoca sasanide (224-651 d.C.)
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Interno
della Chiesa di San Giuseppe di Arimatea (Kelisa-ye Vank) nel
quartiere armeno di Esfahan (Jolfa). Costruita fra 1655 e 1664 col
sostegno della dinastia safavide
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Nel
cortile della Chiesa di San Giuseppe di Arimatea (Kelisa-ye Vank) nel
quartiere armeno di Esfahan (Jolfa). Costruita fra 1655 e 1664 col
sostegno della dinastia safavide
|
Nel
cortile della Chiesa di San Giuseppe di Arimatea (Kelisa-ye Vank) nel
quartiere armeno di Esfahan (Jolfa). Costruita fra 1655 e 1664 col
sostegno della dinastia safavide
|
Il
Giudizio Universale nella Chiesa di San Giuseppe di Arimatea
(Kelisa-ye Vank); quartiere armeno di Esfahan (Jolfa). Affreschi
realizzati fra 1655 e 1664
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Sotto
il porticato interno della Chiesa di San Giuseppe di Arimatea
(Kelisa-ye Vank); quartiere armeno di Esfahan (Jolfa). Affreschi
realizzati fra 1655 e 1664
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Gli
ultimi piani del Kakh-e Ali Qapu che affaccia sulla Naqsh-e Jahan, ad
Esfahan (sei piani, 38 metri di altezza). Si intravede la sala della
musica (fine XVI sec.) [Unesco]
|
Gli
ultimi piani del Kakh-e Ali Qapu che affaccia sulla Naqsh-e Jahan, ad
Esfahan (sei piani, 38 metri di altezza). Si intravede la sala della
musica (fine XVI sec.) [Unesco]
|
Dalla
terrazza del Kakh-e Ali Qapu, la vista sulla Naqsh-e Jahan e sulla
Masjed-e Sheikh Lotfollah (1602-1619). Esfahan [Unesco]
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Affresco
nella sala del trono (Kakh-e Ali Qapu, fine XVI sec.), Esfahan
[Unesco]
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Volta
della sala del trono (Kakh-e Ali Qapu, fine XVI sec.), Esfahan
[Unesco]
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Soffitto della sala della musica (Kakh-e Ali Qapu, fine XVI
sec.), Esfahan
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Particolare
nel soffitto della sala della musica (Kakh-e Ali Qapu, fine XVI
sec.), Esfahan
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Assi
di legno disposte con regolarità rendono antisismiche le mura della
Masjed-e Sheikh Lotfollah (1602-1619), Esfahan [Unesco]
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Interno
della Masjed-e Sheikh Lotfollah (1602-1619), Esfahan [Unesco]
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Interno
della cupola nella Masjed-e Sheikh Lotfollah (1602-1619), Esfahan. La
coda del pavone è effetto prodotto dalla luce [Unesco]
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Particolare
delle colonne che incorniciano il 'mihrab' della Masjed-e Sheikh
Lotfollah (1602-1619), Esfahan [Unesco]
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Nel
Bazar-e Bozorg (Esfahan)
|
Nel
Bazar-e Bozorg (Esfahan)
|
Nel
Bazar-e Bozorg (Esfahan)
|
Nel
Bazar-e Bozorg (Esfahan)
|
Nel
Bazar-e Bozorg (Esfahan)
|
|
Piatto in rame sbalzato in una bottega di Esfahan |
Sufi
in una bottega di Esfahan
|
Ad
Esfahan, lungo il fiume Zayandeh attraversato dal Pol-e Khaju (1650)
lungo 110 m, con due ordini di terrazze porticate; al centro il
padiglione eretto per gli svaghi di Abbas II
|
Ad
Esfahan, lungo il fiume Zayandeh attraversato dal Pol-e Khaju (1650).
Al centro il padiglione eretto per gli svaghi di Abbas II
|
Tra
gli archi del seicentesco Pol-e Khaju (1650), Esfahan
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Particolare
del Pol-e Si-o Seh, lungo 298 m, fatto costruire da uno dei generali
favoriti di Abbas I tra 1599 e 1602 (Esfahan)
|
Pol-e
Si-o Seh, lungo 298 m, fatto costruire da uno dei generali favoriti
di Abbas I tra 1599 e 1602 (Esfahan)
|
Sotto
il Pol-e Si-o Seh (1599-1602), Esfahan
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All'interno
di una torre di piccioni, costruita per la raccolta del guano
(Esfahan)
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Particolare
di una vetrata nel Kakh-e Chehel Sotun (“palazzo delle 40
colonne”), 1706 (Esfahan)
|
Il
porticato del Kakh-e Chehel Sotun (“palazzo delle 40 colonne”),
che affaccia sul giardino (Bagh-e Chehel Sotun). 1706, Esfahan
[Unesco]
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'Muqarna' (modanature) sul soffitto all'ingresso del Kakh-e Chehel Sotun (“palazzo delle 40 colonne”), che affaccia sul giardino (Bagh-e Chehel Sotun). 1706, Esfahan [Unesco] |
Lo
shah Tahmasp riceve a corte il principe indiano Humayun che fuggì in
Persia nel 1543; affresco sopravvissuto all'invasione afghana del
XVIII secolo. Kakh-e Chehel Sotun, Esfahan
|
Uno
degli affreschi conservati nell'ala sud del Kakh-e Chehel Sotun, ad
Esfahan
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Nella
Masjed-e Shah (Masjed-e Imam), epoca safavide (Abbas I), ultimata nel
1629 (Esfahan)
|
|
All'ingresso
di una delle due madrase nella Masjed-e Shah (Masjed-e Imam), epoca
safavide (Abbas I), ultimata nel 1629 (Esfahan)
|
Nel Bazar-e Bozorg di Esfahan |
Presso la tomba di Hafez (1315-1390), Esfahan |
Masjed-e
Jameh (Moschea del Venerdì) a Na'in, X-XI sec. 'Mihrab' di stucchi e
'minbar' intarsiato nel legno
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Particolare
di una colonna nella Masjed-e Jameh (Moschea del Venerdì) a Na'in,
X-XI sec.
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Nel
sotterraneo della Masjed-e Jameh a Na'in, usato come sala di
preghiera durante l'estate e l'inverno. Scavato nel terreno, lascia
filtrare la luce da lucernari coperti da alabastro
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Nelle rovine del castello di Na'in (Narenj Qal'e). Era pre-islamica (forse epoca dei Parti) |
Cupola
della Masjed-e Jameh a Na'in (già santuario di un sufi). Rimane la
splendida cupola (X-XI sec.)
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Dal
castello di Narin, epoca sasanide (224-651), si scorgono la cupola e
il minareto della moschea di Meybod.
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I
bastioni del castello di Narin, epoca sasanide (225-651), a Meybod
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Dal
castello di Narin, epoca sasanide (224-651), guardando la cittadina
di Meybod
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Nel
castello di Narin, epoca sasanide (224-651), a Meybod
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Questo
giardino a Yazd (Bagh-e Dolat Abad) con torre del vento ('badgir') e
padiglione risale al 1750; era residenza del reggente di Persia Karim
Khan Zand [Unesco]
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Torre
del vento ('badgir') nel Bagh-e Dolat Abad a Yazd (1750) [Unesco]
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Interno
del padiglione nel Bagh-e Dolat Abad a Yazd (1750) [Unesco]
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Nel
Bagh-e Dolat Abad a Yazd (1750) [Unesco]
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Campo
di frumento nel Bagh-e Dolat Abad a Yazd (1750) [Unesco]
|
Torre
del vento ('badgir') nel Bagh-e Dolat Abad a Yazd (1750) [Unesco]
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Torre
del Silenzio zoroastriana (Dakhmeh-ye Zartoshtiyun) usata fino agli
anni '60 a sud di Yazd
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Dagli
edifici abbandonati ai piedi della Torre del Silenzio zoroastriana:
servivano da case dei becchini e da alloggio per i parenti dei morti
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Sulla
cima della Torre del Silenzio zoroastriana (Dakhmeh-ye Zartoshtiyun).
Il corpo del defunto veniva posto a sedere al centro e lasciato
dilaniare dagli avvoltoi
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Il
caravanserraglio a Zein-o-din (XVII sec.), costruito a pianta
circolare
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In
preghiera, sul tetto del caravanserraglio a Zein-o-din (XVII sec.)
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Simbolo
del Faravahar zoroastriano sul frontone del Tempio del Fuoco
('Atehkadeh') a Yazd (1934)
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Nella Khan-e Lari, a Yadz (epoca qajara) |
Masjed-e
Jameh (Moschea del Venerdì) a Yazd. Blu Tamerlano, chiaro turchese,
il portale e i minareti più alti dell'Iran (48 metri). XV sec.
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Masjed-e
Jameh (Moschea del Venerdì) a Yazd. Particolare del 'mirhab', XV
sec.
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Cupola
della Masjed-e Jameh (Moschea del Venerdì) a Yazd, XV sec. Si
riconosce il 'gardoneh mehr' (simbolo della svastika)
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Vista
sui 'bagdir' (torri del vento) nella città vecchia di Yazd [Unesco]
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Nella
città vecchia di Yazd [Unesco]
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La cupola della cosiddetta "Prigione di Alessandro" citata in una poesia di Hafez. Si tratta, in realtà, di una scuola del XV (Yazd, città vecchia) |
Sulla
piazza Amir Chakhmaq, Yazd
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Sulla
piazza Amir Chakhmaq, Yazd
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Complesso
di Amir Chakhmaq, palcoscenico religioso fatto costruire da un
governatore di Tamerlano per la propria moglie, XIV sec.
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Allenamenti
di 'zoorkhaneh' presso Saheb A Zaman Club Zurkhaneh, in un grande 'ab
anbar' (cisterna d'acqua) che risale al 1580. Yazd
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Fortezza
di epoca sasanide a Saryazd (224-651, d. C.)
|
Fortezza
di epoca sasanide a Saryazd (224-651, d. C.)
|
Fortezza
di epoca sasanide a Saryazd (224-651, d. C.)
|
Il
tè nella fortezza di epoca sasanide a Saryazd (224-651, d. C.)
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A
sud, verso Kerman
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Pistacchio,
verso Kerman
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Campo
di pistacchi, verso Kerman
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Nel
Bazar-e Sartasari di Kerman, uno dei più antichi dell'Iran
|
Nel
Bazar-e Sartasari di Kerman, uno dei più antichi dell'Iran
|
Nel
Bazar-e Sartasari di Kerman, uno dei più antichi dell'Iran
|
Nel
Bazar-e Sartasari di Kerman, uno dei più antichi dell'Iran
|
Affreschi
sulla volta dell'ingresso dell'Hamam-e Ganj Ali Khan (XVII sec.),
Kerman
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Un té nell'Hamam-e Vakil Chaykhaneh, a Kerman (1820) |
Nell'Hamam-e Vakil Chaykhaneh, a Kerman (1820) |
Le
pendici dei Monti Zagros degradano in direzione del deserto di
sabbia, verso Bam
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Lavori
di ricostruzione ad Arg-e Bam (prima del 500 a. C.) [Unesco]
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Un muratore che lavora alla ricostruzione di Arg-e Bam [Unesco] |
Muratori impegnati nella ricostruzione di Arg-e Bam [Unesco] |
Sotto la prima cinta di mura del castello ad Arg-e Bam [Unesco] |
Attrezzi
per fumare l'oppio (cittadella di Rayen)
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Arg-e
Rayen cittadella (22.000 mq) alle pendici del Monte Hezar (4420 m).
Argilla, sabbia e paglia (fondamenta di epoca sasanide)
|
Arg-e
Rayen cittadella (22.000 mq) alle pendici del Monte Hezar (4420 m).
Argilla, sabbia e paglia (fondamenta di epoca sasanide)
|
Arg-e
Rayen cittadella (22.000 mq) alle pendici del Monte Hezar (4420 m).
Argilla, sabbia e paglia (fondamenta di epoca sasanide)
|
Ingresso
del Bagh-e Shahzadeh, a Mahan, 1873 [Unesco]
|
Dal
palazzo del Bagh-e Shahzadeh, a Mahan, guardando il giardino. 1873
[Unesco]
|
Nel
Bagh-e Shahzadeh, a Mahan, 1873 [Unesco]
|
Bagh-e
Shahzadeh, a Mahan, 1873 [Unesco]
|
Bagh-e
Shahzadeh, a Mahan, 1873 [Unesco]
|
Il sistema di canali d'irrigazione che alimenta la flora del Bargh-e Shahzadeh, a Mahan (1873) [Unesco] |
Il
benvenuto al mausoleo di Mahan (XV-XVII sec.): è il Aramgah-e Shah
Nematollah Vali, dove è sepolto il sufi Nematollah Vali (1330-1431)
|
Nel
Aramgah-e Shah Nematollah Vali, affresco difronte alla piccola sala
di preghiera in cui meditava Nematollah Vali (XVI sec.). Mahan
|
Nel
Aramgah-e Shah Nematollah Vali, mausoleo di Mahan (XV-XVII sec.)
|
L'ultimo cortile del Aramgah-e Shah Nematollah Vali, mausoleo di Mahan (XV-XVII sec.) |
In
una stanza che affaccia sull'ultimo cortile del Aramgah-e Shah
Nematollah Vali, mausoleo di Mahan (XV-XVII sec.)
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Scendendo
dai Monti Payeh, in direzione del Dasht-e Lut: il deserto dell'Iran
sudorientale
|
Verso
i Kalout (Shahdad) nel Dasht-e Lut
|
Gli
'yardang' (castelli di sabbia) dei Kalout (Shahdad)
|
Gli
'yardang' (castelli di sabbia) dei Kalout (Shahdad)
|
Gli
'yardang' (castelli di sabbia) dei Kalout (Shahdad)
|
Gli
'yardang' (castelli di sabbia) dei Kalout (Shahdad)
|
Nel
villaggio troglodita di Meymand. 406 caverne [Unesco]
|
Nel
villaggio troglodita di Meymand. 406 caverne [Unesco]
|
Gli
ultimi abitanti di Meymand [Unesco]
|
Gli
ultimi abitanti di Meymand [Unesco]
|
Gli
ultimi abitanti di Meymand [Unesco]
|
Nel
villaggio troglodita di Meymand, 406 caverne [Unesco]
|
Nel
villaggio troglodita di Meymand, 406 caverne [Unesco]
|
Gli
ultimi abitanti di Meymand [Unesco]
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Cena
a Meymand [Unesco]
|
Ingresso
di una caverna a Meymand [Unesco]
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Verso
Shiraz, via Sirjan-Neyriz: piantagioni di fichi.
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Lago
salato (Daryacheh-ye Maharlu) alle porte di Shiraz
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'Sharzeh'
ristorante e musicisti (Shiraz)
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L'esterno
della Argh-e Karim Khan, fortezza di epoca Zand (metà XVIII sec.),
Shiraz
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In
preghiera nel santuario Aramgah-e Shah-e Cheragh (XII-XIX sec.),
Shiraz
|
Nel
Bagh-e Eram (XI-XIX sec.) guardando il palazzo Kakh-e Eram, a Shiraz.
Il giardino è più volte citato nelle poesie di Hafez [Unesco]
|
Sul frontone del palazzo Kakh-e Eram, a Shiraz, maioliche che raffigurano episodi legati alla bellezza di Giuseppe, della moglie di Potifar e di Nasser al-Din Shah (XIX sec.) [Unesco] |
Nel
Bagh-e Eram (XI-XIX sec.), a Shiraz. Il giardino è più volte citato
nelle poesie di Hafez [Unesco]
|
Nel
Bagh-e Eram (XI-XIX sec.), a Shiraz. Il giardino è più volte citato
nelle poesie di Hafez [Unesco]
|
Abiti
tradizionali battriani nella Madraseh-ye Khan (Shiraz), sec. XVII
(periodo safavide)
|
Maioliche
nella Madraseh-ye Khan (Shiraz), sec. XVII (periodo safavide)
|
Nella
Masjed-e Nasir-al-Molk (fine XIX sec.), Shiraz
|
Nella
Masjed-e Nasir-al-Molk (fine XIX sec.), Shiraz
|
Nella
Masjed-e Nasir-al-Molk (fine XIX sec.), Shiraz
|
Nella sala invernale di preghiera della Masjed-e Nasir-al-Molk (fine XIX sec.), Shiraz |
Soffitti
in legno decorato in stile europeo nel lussuoso padiglione del Bagh-e
Naranjestan (“giardino delle arance selvatiche”), 1879-1886
(Shiraz)
|
Stucchi
nel lussuoso padiglione del Bagh-e Naranjestan (“giardino delle
arance selvatiche”), 1879-1886 (Shiraz)
|
Il
Bagh-e Naranjestan (“giardino delle arance selvatiche”),
1879-1886 (Shiraz)
|
Ingresso
della Masjed-e Vakil (Moschea del Reggente) con 'muqarna'
(modanature), seconda metà XVIII sec., Shiraz
|
'Minbar'
con 14 gradini scolpito in un unico blocco di marmo proveniente
dall'Azerbaijan; Masjed-e Vakil (Moschea del Reggente), seconda metà
XVIII sec., Shiraz
|
Sala
di preghiera con soffitto a volta sostenuto da 48 colonne scolpite
(decorazione a maioliche aggiunta in epoca qajara); Masjed-e Vakil
(Moschea del Reggente), seconda metà XVIII sec. (Shiraz)
|
I
tori-guardiani, marcatamente assiri, della Porta di Serse (o Porta di
Tutte le Nazioni), fondazione 520 a. C. (Persepoli) [Unesco]
|
I
nomi dei viaggiatori incisi nei secoli sulla Porta di Serse
(Persepoli) [Unesco]
|
Particolare
di un toro-guardiano scolpito sulla Porta di Serse (Persepoli)
[Unesco]
|
Bassorilievo raffigurante il Re, che, con un pugnale per mano, colpisce un leone. Si trova su di un grande portale nel palazzo privato denominato Tachara (Palazzo di Dario), Persepoli [Unesco] |
Le colonne dell'Apadana (72, di cui 13 ancora in piedi), erette su basamenti a forma di fiore di loto capovolto. Il palazzo Fu costruito da Dario e completato da Serse. Persepoli [Unesco] |
La
Porta di Serse nella sua interezza (Persepoli) [Unesco]
|
Tomba
di Artaserse II (dal 358 a.C.). Sui bassorilievi, il popolo sostiene
il peso del trono reale sorreggendolo con la punta delle dita; è
cosa dilettevole ubbidire al sovrano. (Persepoli) [Unesco]
|
Gli
Immortali (Scalinata dell'Apadana), Persepoli [Unesco]
|
Ogni delegazione che porta doni al Re è guidata per
mano da un ufficiale persiano (Particolare dai bassorilievi sulla
Scalinata dell'Apadana, Persepoli) [Unesco]
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Scalinata
dell'Apadana: il leone che aggredisce il toro (Persepoli) [Unesco]
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Particolare
di un bassorilievo che raffigura uno fra i soggetti più frequenti:
il leone che aggredisce il toro (Persepoli) [Unesco]
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Particolare
di un bassorilievo sulla Scalinata dell'Apadana: si tratta di una
Guardia imperiale (Persepoli) [Unesco]
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Da
sinistra: Tomba di Dario II, Tomba di Artaserse I, Tomba di Dario I
(Naqsh-e Rostam)
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Tomba
di Serse I (519-465 a. C.) a Naqsh-e Rostam
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Particolare
di una colonna del Palazzo di Serse a Pasargade, sulla quale è
inciso in tre lingue, in caratteri cuneiformi: «Io
sono il Re, il Re dei Re...»
[Unesco]
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Tomba
di Ciro il Grande (590-529 a. C.), a Pasargade [Unesco]
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